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Torino di Sangro (Ch) - "Il cibo non è buono, viviamo in condizioni pessime, entrate a vedere". Le voci si confondono in strada quando un gruppo di circa 35 immigrati scende a protestare. E' successo questa mattina, a Torino di Sangro, intorno alle 11.30. Per strada, lungo la statale 16, si riversa all'improvviso un gruppo di contestatori, ospitati in una struttura turistica a poche centinaia di metri dal mare, nel Camping Sangro. "Da poco, dal primo giugno -  prova a spiegare un giovane extracomunitario -, è cambiata la gestione del centro d'accoglienza e, da allora, mangiamo poco e male e viviamo in condizioni- igienico sanitarie spaventose".  La struttura viene mandata avanti, da due giorni, dalla cooperativa Alba Srl, di Campobasso. Ma ad occuparsi del catering, come spiegherà più tardi il sindaco di Torino di Sangro, è sempre la stessa ditta esterna. Tutto ancora da verificare, come precisano le forze dell'ordine, accorse immediatamente sul posto. Carabinieri della stazione di Torino di Sangro, tre pattuglie della polizia e della stradale, tutti impegnati per cercare di contenere i danni. E fortunatamente la protesta è rimasta pacifica, senza feriti, ma non sono mancati ugualmente attimi di tensione.

"Li abbiamo visti scendere in strada tutti insieme - racconta un residente, che abita poco distante dal camping -. Hanno occupato la strada strillando a gran voce e portandosi dietro i cassonetti della spazzatura, reti metalliche, pneumatici. All'inizio non riuscivamo a capire cosa stesse accadendo, ognuno parlava in una lingua diversa...".

Sul posto, per monitorare la situazione, sono arrivati anche gli addetti dell'Anas e, nel frattempo, si è registrato qualche rallentamento al traffico, almeno fino a quando, un paio d'ore dopo, le forze dell'ordine hanno riaccompagnato gli immigrati nel centro d'accoglienza.

"Si tratta senza dubbio di un grido d'aiuto - prova a spiegare il sindaco Silavana Priori -. Il fatto che abbiano bloccato la strada, strillando che il riso che mangiano è scotto, è sintomo di un malesssere e un disagio più profondi. Stiamo parlando di circa 70 ragazzi che vivono notte e giorno all'interno di quattro mura, con ben poco da fare. In più di un'occasione l'ho fatto presente, devono essere integrati, devono poter aver delle prospettive. E molto spesso si tratta di migranti economici che, quando messi in condizione di lavorare, anche per qualche spicciolo, non si fanno problemi. La situazione deve essere gestita seriamente, o gli episodi di odio ed intolleranza saranno destinati ad aumentare inevitabilmente". Una quindicina di immigrati, per lo più nigeriani, è stata condotta in caserma, identificata e denunciata per interruzione di pubblico servizio e violenza privata.  


3 giugno '16

Foto di Andrea Franco Colacioppo
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