Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha concesso la grazia sulla pena accessoria al dirigente scolastico friulano Livio Bearzi. Il provvedimento ha condonato l'interdizione dai pubblici uffici che gli era stata applicata a seguito della condanna per il crollo del convitto scolastico dell'Aquila, tra corso Principe Umberto e corso Vittorio Emanuele, in cui morirono tre studenti durante il terremoto del 6 aprile 2009. Bearzi, che era stato condannato a quattro anni e che è stato assistito dall'avvocato Stefano Buonocore, aveva già ottenuto dal Tribunale di sorveglianza di Trieste l'affidamento in prova ai servizi sociali. Affidamento in prova che sta tuttora svolgendo con attività di volontariato presso un consorzio che si occupa di accoglienza ai profughi. La misura, confermata nell'aprile 2016 dal Tribunale di Trieste, gli era stata concessa in via provvisoria dal magistrato di sorveglianza di Udine il 23 dicembre 2015. All'epoca il provvedimento gli aveva consentito di uscire dal carcere, in cui era rinchiuso dal 10 novembre 2015 in seguito all'ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale della Corte d'Appello de L'Aquila. Ora l'uomo potrà tornare al lavoro. La grazia ricevuta oggi, infatti, gli consentirà a breve di rientrare a scuola. 

Nel convitto persero la vita tre minorenni: Luigi Cellini di Trasacco, e due stranieri Marta Zelena e Ondrey Nouvosky, di età compresa tra i 15 e i 17 anni. "Sono estremamente felice e desidero ringraziare tutti coloro i quali, a vario titolo e in diverso modo, mi sono stati accanto e hanno sostenuto la richiesta di grazia", dice Bearzi. 03 novembre 2017

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