L'Aquila 09 gen. '14 - Il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, potrebbe dimettersi. La decisione non è legata agli arresti per le presunte tangenti negli appalti della ricostruzione post sisma, ma alle dichiarazioni del ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia, delegato dal governo a gestire la ricostruzione dell'Aquila e dei comuni del cratere sismico. Il ministro, in sostanza, ha parlato di sterile "rivendicazionismo", da parte del Comune, relativo ai fondi stanziati per la ricostruzione. "Nelle prossime ore - dice Cialente - deciderò. Tutto dipenderà dalle dichiarazioni del governo. Non vorrei che strumentalizzasse questa vicenda". "Dal 2009 ad oggi - ha ricordato Trigilia - sono stati spesi 12 miliardi di euro. Se siano stati spesi bene o no, io non lo posso dire. Non c'ero. La magistratura è intervenuta più volte per verificare presunte irregolarità, questo lo so. Naturalmente auguriamoci di no, ma se le ipotesi investigative fossero confermate, questa vicenda sarebbe davvero deplorevole, metterebbe in discussione gli sforzi onesti di tanti". L'ultima inchiesta della magistratura aquilana è stata denominata 'Do ut des'. Agli arresti domiciliari sono finiti Pierluigi Tancredi, ex assessore di Forza Italia ed ex consigliere comunale del Pdl al quale Cialente affidò, anche se per sole 48 ore, la delega per il recupero e la salvaguardia dei beni costituenti il patrimonio artistico della città. La popolazione insorse (il sindaco ricevette in una sola notte un migliaio di sms di protesta) e il primo cittadino gli revocò l'incarico. Agli arresti anche Vladimiro Placidi, all'epoca dei fatti, tra il 2009 e il 2011 assessore comunale alla ricostruzione dei beni culturali nonché direttore dei beni culturali della Provincia dell'Aquila; Daniela Sibilla, dipendente del consorzio dei beni culturali e "braccio destro" di Tancredi già da quando l'esponente politico era nella giunta di centrodestra.Ai domiciliari anche Pasqualino Macera, ex funzionario responsabile Centro-Italia della Mercatone Uno spa. Il vice sindaco Roberto Riga, indagato, ha subito rassegnato le dimissioni dicendosi comunque estraneo ai reati contestazione. Al centro dell'inchiesta l'impresa Steda spa, di Daniele Lago, imprenditore di Bassano del Grappa, aggiudicataria di alcuni appalti dietro cospicue mazzette, che non erano solo in denaro ma anche in Map (Moduli abitativi provvisori), ossia le casette di legno realizzate nell'immediato post sisma per sistemarvi le famiglie rimaste senza abitazione. Sia gli arrestati che i quattro indagati, sono accusati, a vario titolo, di millantato credito, corruzione, falsità materiale e ideologica e appropriazione indebita.

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