L'Aquila, 19 apr. '12 - Quasi quasi la responsabilità di ciò che accadde per il terremoto del 6 aprile del 2009 a L'Aquila è colpa dei giornalisti. Si deduce dalle affermazioni dell'ex-prefetto de L'Aquila Franco Gabrielli. Pronta la replica dell'ordine dei Giornalisti d'Abruzzo: “Le parole, si dice, a volte pesano come pietre. E pietre sono le parole nei confronti del mondo dell'informazione che, ieri, l'ex prefetto dell'Aquila, ora responsabile della Protezione civile nazionale, Franco Gabrielli, ha pronunciato nell'aula del Tribunale del capoluogo abruzzese, nelle vesti di testimone del processo alla Commissione Grandi rischi. A leggere i resoconti di stampa, in sostanza, Gabrielli avrebbe scaricato sulla stampa responsabilità che gravano invece su altri: su quegli organi dello Stato cui spetta vigilare sulla sicurezza e l'incolumità dei cittadini. In quei giorni del 2009, dalle fonti ufficiali (Protezione civile, commissione Grandi rischi) filtrarono informazioni spesso confuse, talvolta contraddittorie, non sempre lineari: basta rileggere il verbale della commissione Grandi rischi del 31 marzo 2009, facilmente reperibile online, per avere un quadro realistico dell'incertezza più assoluta che regnava tra i suoi componenti in ordine ai possibili sviluppi dello sciame sismico. Poi, come tutti sanno, le cose andarono in un certo modo: centinaia di morti, la città dell'Aquila distrutta, una ricostruzione che a tre anni di distanza stenta a decollare. In quelle ore concitate e difficili, di fronte alle domande angosciose e incalzanti poste dall'opinione pubblica, i giornalisti hanno provato semplicemente a fare nel migliore dei modi il loro lavoro. Punto. Nelle aule di giustizia, Gabrielli lo sa, oggi ci si chiede se quegli eventi luttuosi fossero evitabili, se esistano responsabilità di organi dello Stato nella gestione di quelle vicende. Non di altro. Sarà bene tenerlo presente”.

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