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Lanciano (Chieti) - Dopo la conferenza stampa in cui la mamma attivista Silvia Ferrante ha spiegato che Terna spa le ha chiesto 16 milioni di euro di danni tramite 24 citazioni in giudizio, la società ha diffuso alla stampa una nota in cui spiega il proprio punto di vista: "La citazione in giudizio con atto risarcitorio da parte di Terna di alcuni proprietari terrieri e contestatori, tra i quali la signora Silvia Ferrante, che si è opposta all'accesso ai fondi relativi all'elettrodotto Villanova Gissi per ben 24 volte, è un atto dovuto. Secondo la legge (Decreto autorizzazione n. 239/2013), infatti, i tecnici di Terna devono espletare in qualità di ufficiali incaricati di pubblico servizio, tutte le procedure per gli asservimenti dei terreni interessati dal passaggio della nuova linea elettrica. L'impedimento di tali procedure, ritardando l'entrata in esercizio dell'opera nei tempi stabiliti, ovvero il 1 gennaio 2016, costituisce un danno non solo per Terna, ma per l'intera collettività e come tale va denunciato. Si ricorda, infatti, che l'elettrodotto Villanova-Gissi è fondamentale per l'Abruzzo, regione con un deficit energetico del 32%". Secondo Terna tutti quelli che, anche pacificamente, hanno "bloccato" i propri tecnici debbono rispondere di "interruzione di pubblico servizio".  02 dicembre '15

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