"Io di mazzette non ne ho prese. Ho sempre e solo parlato di contributi elettorali che erano due, e lo stesso hanno fatto i diretti interessati". Così l'ex assessore regionale alla Cultura, Luigi De Fanis, che è stato condannato a sei anni e dieci mesi di reclusione, oltre all'interdizione perpetua dai pubblici uffici, per le tangenti intascate in relazione ai contributi regionali concessi per gli eventi culturali. E' stato ritenuto colpevole, dal Tribunale di Pescara, presieduto da Maria Michela Di Fine, di concussione, induzione e tentata induzione indebita a dare e promettere utilità, peculato, truffa e falsità materiale commessa in atto pubblico. Assolto dalle accuse di abuso d'ufficio e corruzione. Il procuratore aggiunto Anna Rita Mantini, in aula, aveva chiesto 8 anni di reclusione. Assolti, invece, gli altri coimputati: Rosa Giammarco, responsabile dell'Agenzia regionale per la promozione culturale; Ermanno Falone, legale rappresentante dell'Associazione Abruzzo Antico; Antonio Di Domenica, imprenditore.
De Fanis, assessore nella giunta di centrodestra di Chiodi e che per questa storia è finito anche agli arresti domiciliari nel 2013, deve anche risarcire i danni alla Regione Abruzzo e all'imprenditore culturale Andrea Mascitti che ha fatto esplodere il caso e ha avuto il coraggio di denunciare e dice: "Giustizia è fatta".
Secondo i giudici ci sono precise responsabilità da parte di De Fanis e della sua ex segretaria ed ex amante, Lucia Zingariello che, per questa vicenda, in passato, ha patteggiato un anno e undici mesi in udienza preliminare. "La loro relazione sentimentale - ha fatto presente il pm durante la requisitoria - è il movente di questi illeciti: Zingariello è l'altra anima dell'assessore. Ne parlo per capire che tipo di dipendenza esisteva tra i due e quale era la causa dell'indebitamento di De Fanis che lo ha spinto a chiedere tangenti".
19 luglio 2018
Foto del processo da Ansa.it
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