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Sulmona (Aq) – Il Monte Morrone flagellato dalle fiamme. Dal primo pomeriggio il vento ha spostato verso valle il fronte del fuoco che da ieri sta bruciando la montagna. L'incendio, doloso, dato che sono stati trovati numerosi inneschi, si è avvicinato pericolosamente alle case. Fatto che ha indotto le squadre dei vigili del fuoco e dei volontari della Protezione civile che stanno lavorando senza sosta da due giorni, a spostarsi a protezione delle abitazioni. In azione anche due canadair che fanno la spola tra il lago di Bomba e la Valle Peligna cercando di fermare il fronte del fuoco che avanza verso le frazioni delle Marane e di Fonte d'Amore. Drammatica la situazione alle Marane: la gente sta scavando attorno le case per creare trincee di protezione. Dieci escursionisti sono in fuga dalle Vicenne, sul Morrone, verso il rifugio delle Vacche di Pratola Peligna: erano tutti saliti per trascorrere qualche giorno in montagna. 

Ecco la nota diffusa dal Comune di Sulmona: "Un vasto incendio è scoppiato sul Monte Morrone dalle 18 di oggi. E' un momento di emergenza ma si sta lavorando incessantemente per tenere la situazione sotto controllo. Si sta predisponendo in queste ore l’attivazione del Coc (Centro operativo comunale) con quattro funzioni: protezione civile, area tecnica, circolazione stradale e assistenza alla popolazione. Saranno attivati presidi anche notturni. Sono intervenuti immediatamente sul posto gli uomini della Protezione civile comunale e di Pettorano sul Gizio, i vigili del fuoco di Sulmona  e Popoli e le forze dell’ordine, che hanno continuato a lavorare senza sosta per domare le alte fiamme che stanno distruggendo la montagna cara a San Celestino V, avvolta da colonne di intenso fumo. Prezioso - viene aggiunto - anche l’ausilio dei volontari delle frazioni stesse che hanno messo a disposizione i propri trattori per tracciare solchi nelle campagne al fine di evitare che il fuoco possa avanzare".  

"E’ una grande ferita per la nostra città e il nostro territorio", afferma il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini. Intanto sui social è già polemica "per la lentezza con cui si è intervenuti e la scarsità di mezzi utilizzati....". "Ora dobbiamo ringraziare chi sta rischiando la pelle per fermare questo incendio nel Parco nazionale della Majella - dice Augusto De Sanctis, della Stazione ornitologica abruzzese -. Questa regione, con la sua comunità, poi dovrà fare i conti con se stessa e capire se vuole apprendere dagli errori per saper affrontare queste sfide sia per la prevenzione che per la punizione dei responsabili di questi orrori. Ricordo che le competenze ora le ha la Regione Abruzzo". 20 agosto 2017

La foto in alto è stata presa su Facebook, da Franco Cui.  Cliccare su immagini per ingrandire
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