Sulmona (Aq) - In tribunale, a Sulmona, si è aperto oggi il processo a carico di un 64enne di
Pettorano sul Gizio, accusato di avere ucciso a colpi di
fucile, nel mese di settembre del 2014, un esemplare di orso bruno marsicano. Questa mattina il giudice Concetta Buccini, dopo le fasi preliminari, ha rinviato l'udienza al 14
novembre. Sono cinque le associazioni ambientaliste - Wwf, Dalla Parte dell'Orso, Lav, Pro Natura e Salviamo l'Orso - che hanno chiesto di potersi costituire parte civile. Insieme a loro, anche il Parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm). In aula non c'era l'imputato, Antonio C., un ex operaio, difeso dall’avvocato Francesco Zurlo, che è stato
dichiarato contumace e al quale viene contestato il reato di uccisione di
animali di specie protetta.
Le indagini sono stete effettuate dagli agenti forestali di Roccaraso e Sulmona. L'imputato, a casa del quale sono stati trovati fucile e pallettoni, aveva raccontato al magistrato inquirente, Aura Scarsella, di essersi
trovato faccia a faccia con l'orso e che, indietreggiando e perdendo l’'equilibro, era caduto a terra. Momenti concitati in cui era partito accidentalmente il colpo. La carcassa del plantigrado, venne
trovata su una pista ciclabile a Pettorano sul Gizio, in località Ponte
d’'Arce. Versione che però non ha convinto l'accusa.
"Ci sono stati accertamenti accurati, con un'autopsia e una perizia balistica,
tanto che il pm si è convinto della volontarietà e quindi della
dolosità dell'uccisione dell'orso - afferma l'avvocato del Wwf
Abruzzo, Michele Pezone -. Noi ci siamo costituiti parte civile
contro l'autore di questo fatto. L'orso bruno marsicano è un animale in via di estinzione -
prosegue - ne sono rimasti solo una cinquantina di
esemplari, quasi tutti in Abruzzo. Negli ultimi ottant'anni sono
stati moltissimi i casi, quasi un centinaio, di orsi ammazzati avvelenati o colpiti con armi da fuoco. Questo è
uno dei pochi casi in cui è stato individuato l'autore ed è bene
si vada fino in fondo alla vicenda, che si accertino le
responsabilità per le quali chiederemo una pena esemplare. L'uccisione di un orso - evidenzia ancora il legale - compromette la salvaguardia non solo
della specie protetta, ma dell'intero ecosistema, compito nostro
e delle istituzioni è favorire una pacifica convivenza con il
plantigrado. E' possibile, e ci sono progetti finanziati anche
dall'Europa, per consentire all'orso di vivere nel suo habitat
senza disturbare l'uomo e senza avvicinarsi troppo agli ambienti
antropizzati". 07 novembre 2017
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