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"Le assunzione annunciate ieri da Sevel sono una timida risposta a quanto denunciato da mesi dalla Fiom: l'azienda non ha il numero giusto di lavoratori per far fronte alla crescente domanda proveniente dal mercato". Così Fiom commenta la notizia diffusa dalla Sevel circa l'imminente assunzione di 130 operai.

"I volumi produttivi - prosegue Davide Labbrozzi, segretario provinciale Fiom Chieti -, in continuo crescendo, non possono essere gestiti con straordinari, taglio delle pause ed aumento dei carichi di lavoro. Se l'azienda vuole produrre 309mila furgoni del 2017, deve assumere ancora. Gli investimenti tecnologici non sono stati e non saranno sufficienti a garantire la compensazione dei quasi mille lavoratori che oggi mancano rispetto all'anno 2008".

La Fiom, "che per prima ha proclamato lo sciopero dinanzi a quanto avvenuto giorni fa (il riferimento è al lavoratore costretto ad urinarsi addosso per non aver potuto usufruire di una pausa), considera quel fatto frutto di una condizione esasperante che in Sevel non è più tollerabile".

"Le lavoratrici e i lavoratori - aggiunge Labbrozzi - hanno il diritto sacrosanto di vivere una condizione di serenità e di rispetto dei diritti conquistati nel corso della storia metalmeccanica: giuste pause, giuste carichi, giuste giornate di riposo, giusto clima di vivibilità in azienda.
Bisogna inoltre chiarire che le retribuzioni di chi lavora in Sevel, nonostante gli enormi sacrifici profusi in questi anni, continuano ad essere basse, nettamente inferiori rispetto al settore". 

Nei prossimi giorni la Fiom terrà un'assemblea sindacale "per affrontare anche questo aspetto: numeri alla mano sarà dimostrato che i dipendenti Sevel guadagnano circa 75 euro al mese in meno rispetto ad un metalmeccanico a cui si applica il Contratto nazionale (cosa che non avviene in Sevel)".

18 feb.'17

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