Sevel, gli vietano di andare in bagno e si urina addosso: pronte azioni legali
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Atessa (Chieti) - Saranno intraprese azioni legali. “In questo caso, di dignità lesa, bisogna assicurare giustizia con celerità, sotto ogni forma di tutela e in ogni sede. Viene fuori un'istantanea del soggiogamento a cui i lavoratori sono sottoposti, senza possibilità neppure di parola, il più delle volte”, è quanto afferma l'avvocato Diego Bracciale, di Ortona, incaricato dall'Unione sindacale di base di ricorrere alla magistratura dopo che ad un operaio della Sevel di Atessa, il 7 febbraio scorso, non è stato dato il permesso di andare in bagno e il giovane, di un piccolo centro della provincia di Chieti, è stato costretto ad urinarsi addosso. Un episodio che ha suscitato indignazione tra i lavoratori. Che ha fatto indignare i sindacati (Usb, Fiom, Fim, Uilm e Fismic), che hanno subito attuato uno sciopero e denunciato pubblicamente l'accaduto. Un fatto ora destinato a finire in tribunale.

 
 “Tutto questo - dichiarano Marco Fars, segretario regionale Prc e Maurizio Acerbo, della segreteria nazionale del partito – avviene nello stabilimento più grande d'Italia del gruppo Fca (ex-Fiat). Spremere i lavoratori fino al divieto, ripetuto e continuato, di poter andare in bagno, è un fatto di una gravità inaudita. Da molti anni – evidenziano - nel gruppo Fca si assiste all’incremento di ritmi e carichi di lavoro al limite del sostenibile. Troppo spesso gli aumenti di produttività sono stati salutati come un fatto positivo, senza chiedersi come essi fossero possibili. E, in questi giorni, la risposta è arrivata, di nuovo, dalla palese manifestazione delle condizioni che i lavoratori, loro malgrado, sono troppo spesso costretti a subire. Non possono permettersi neppure il 'lusso' di espletare bisogni fisiologici normali per qualsiasi essere”. In effetti in Sevel ripetutamente ci sono lamentele, ricorsi e scioperi per condizioni e carichi di lavoro insostenibili e che fanno il paio con i record del furgone Ducato: “un autentico trendsetter – come fa presente Fca - prodotto in oltre 10.000 varianti e venduto in più di 80 Paesi nel mondo. Un modello globale ed il punto di riferimento della categoria”. 
 
“La vicenda Sevel - sottolineano ancora i rappresentanti di Rifondazione - ci ricorda l’importanza e la necessità di riportare la democrazia reale dentro e fuori le fabbriche: questo totalitarismo aziendale è il prodotto di anni di 'riforme' del lavoro che hanno sottratto diritti e tutele e accordi sindacali capestro accettati da sindacati 'firmatutto'. Questi sono i risultati della cancellazione dell'articolo 18 di cui porta la responsabilità il Partito democratico, prima con il governo Monti, poi con il Jobs Act di Renzi”.  09 febbraio 2017
 
 
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