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Atessa (Ch) - E' sui premi di produzione che la Fim Cisl, che ha tenuto anche una serie di assemblee in fabbrica, fa il punto davanti ai cancelli della Sevel di Atessa. "Sono diversi - spiega Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim-Cisl, insieme a Primiano Biscotti, Fim Cisl Chieti - i bonus di cui i 6mila dipendenti dello stabilimento del Ducato godranno. "Con il loro impegno - viene subito detto - i lavoratori hanno contribuito a fare di questa fabbrica la più importante a livello europeo del gruppo Fca". Ed ecco, allora, meritati, anche i premi produttivi che arriveranno nelle loro tasche: circa 2.500 euro in due anni, oltre - evidenzia la Fim - ad un ulteriore accordo welfare di 700 euro, esentasse, che aiuterà per spese sanitarie, scuole dei figli, asilo, libri. Nella busta paga di febbraio i lavoratori troveranno già 1.230 euro netti. Lo scorso anno furono circa mille, più 308 euro di fisso. "Premi di efficienza - sottolinea Uliano - che fanno parte del contratto aziendale sottoscritto nel 2015. L’ultimo accordo era del 1996. Un risultato positivo. Sono 290 mila i Ducato prodotti lo scorso anno, record dei record, e, con le trattative, abbiamo ottenuto di ridistribuire un pezzo del guadagno. Se non ci fosse stato l’accordo sindacale questo non sarebbe avvenuto. Il tutto sarebbe finito tra gli introiti aziendali. Con l’incremento produttivo ci auguriamo altri soldi".
Ma - afferma il sindacato - dati i risultati, basta andare avanti con i turni di lavoro straordinario. Occorre anche incrementare i livelli occupazionali. 

E le condizioni dei lavoratori? La qualità del lavoro? Nei giorni scorsi ad un dipendente della catena di montaggio non è stato concesso di andare in bagno e il malcapitato si è urinato addosso. Fatto che la stessa Sevel, su pressione sindacale, ha stigmatizzato chiedendo anche scusa per l'accaduto. "Un episodio gravissimo - attacca Uliano -. Un fattaccio che condanniamo. Abbiamo chiesto all’azienda di fare verifiche e di intervenire sulla catena dei capireparto ed evitare che tali fatti si ripetano. Non esiste che un lavoratore stia male in linea di produzione e che poi sia un capo a decidere se lui sta male. E’ lo stesso lavoratore che si stacca dalla linea quando ha necessità. Noi lo difenderemo qualora ci fosse stato un abuso da parte dell’azienda". 15 febbraio 2017

Nella foto in alto lo stabilimento Sevel; in basso Ferdinando Uliano. Foto Andrea Franco Colacioppo
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