Richiamare la Regione Abruzzo per la sospensione dei servizi rivolti ai ragazzi disabili, ciechi ipovedenti e con minorazioni aggiuntive. E' una battaglia quotidiana quella dei genitori di bambini e ragazzi disabili, per difenderne quelli che sono i diritti essenziali. E per farlo si sono uniti, fondando il Comitato 328 Abruzzo. 
"Vogliamo denunciare lo stato di abbandono nel quale vivono alcune famiglie abruzzesi con figli ciechi e pluridisabili", dice Loredana Ciccocioppo, una delle tante mamme del Comitato.
 
"Vogliamo portare a conoscenza l’opinione pubblica del fatto che pur prendendo fondi destinati alla riabilitazione dei ciechi pluriminorati secondo quanto stabilito dalla Legge 284/97, il Centro di Oftalmologia dell’ospedale di Chieti, ci risulta non  fornisca nessun tipo di riabilitazione ai disabili ciechi e ipovedenti pluriminorati e la Regione non vigila su questo. La Regione Abruzzo riduce di più di un sesto i fondi destinati ai ciechi, ipovedenti e pluriminorati psicosensoriali (L.32/97 e L. 284/97) portandoli da 1.200.000 a 240.000, senza dare nessuna spiegazione alle famiglie.

Come Comitato intendiamo promuovere l’applicazione dell’art. 14 della L.328/2000 che sancisce il diritto di ogni disabile grave ad avere un progetto individuale che risponda alle sue reali necessità. Questo rappresenta uno strumento necessario per mettere ordine alla macchina burocratica dell’accesso ai servizi socio-sanitari. Garantendo la presa in carico globale del disabile e un maggior controllo dei soldi impiegati. Controllo che evidentemente qualcuno non vuole".

Una condizione drammatica per tutte le famiglie, non solo per quelle con figli minorenni, come testimonia Lucia Rapino, mamma di Maria Rosaria Donato, di 40 anni:

"Mia figlia è cieca e la sua deambulazione è diventata difficile e scarsa. Io sono vedova da tanti anni e di anni ne ho quasi settanta. Le mie risorse fisiche sono quasi del tutto esaurite, perché impiegate nel tempo a lottare affinchè mia figlia potesse ottenere quel piccolo spazio nella società che le spetta di diritto, almeno cosi pensavo. Sicuramente stanche, ma soprattutto deluse, da chi in tutti questi anni ha fatto solo promesse. Non ci arrendiamo, no, non ancora, anche se alcuni giorni è veramente dura. Chiediamo almeno che ci si aiuti a combattere la grande noia che ormai ci riempie le giornate, perché di tempo libero tanto ricercato da molti, ne abbiamo troppo. Un tempo vuoto che non passa mai. E come dice Maria Rosaria 'mamma ne ho piene le tasche'. E’ una brutta sensazione sentirsi abbandonati dallo Stato".

16 mar.'17

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