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"Si vogliono ignorare i cambiamenti climatici in atto e perseguire scelte fallimentari già sperimentate in passato". E' quanto affermano i rappresentanti di Salviamo l'Orso, Wwf e Lipu che si battono contro la realizzazione, a Gamberale (Ch), di una nuova seggiovia "che - scrivono le associazioni - dovrebbe essere realizzata al posto dello skilift fallito 15 anni fa, e ciò a dispetto del minor periodo di innevamento e all’innalzamento della quota neve registrato in questi ultimi anni nell’Appennino". Contro l'opera verrà presentato ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale). 

Il progetto, che viene "giudicato estremamente dannoso per l’ambiente e sostanzialmente inutile per l’economia locale, è stato approvato dal comitato di Valutazione impatto ambientale della Regione, che ha tuttavia imposto varie prescrizioni, tra le quali quella di munirsi di un aggiornato parere del Parco nazionale della Majella, nel cui territorio l’opera è prevista.
Il progetto, - viene aggiunto - come da tempo segnalato dalle associazioni anche in sede di osservazioni nell’ambito della procedura Via, crea danni potenziali a numerose specie faunistiche, in particolare a quelle di interesse comunitario, tra cui l’aquila reale e l’orso bruno marsicano, orso che in questi anni ha ricolonizzato l’area ed è specie non solo protetta in sede europea ma oggetto di un piano speciale di tutela (Patom) rilanciato anche in tempi recenti dal ministero dell’Ambiente e dalla Regione Abruzzo".

L’area in esame, - si fa presente - "situata all’interno del Parco nazionale della Majella, è soggetta al vincolo paesaggistico; ricade in una Zona di protezione speciale; fa parte dell’Iba (Important Bird Area) “Majella, Monti Pizzi e Monti Frentani”; è posta sul confine del Sic “Monti Pizzi-Monte Secine”; rientra nella core area del Patom e in una delle due Macrozone (A-B) designate dalla Regione Abruzzo per non compromettere l’habitat dell’orso.
Ciò nonostante il Parco della Majella, con una scelta incomprensibile, non si era a suo tempo opposto. Ora, sulla base del parere del comitato Via numero 2788 del 30 maggio scorso, che appare viziato da vari profili di illegittimità, l’ente gestore dell’area protetta dovrà esprimersi di nuovo concedendo o
negando il proprio nulla-osta a una opera dannosa per l’ambiente, costosa per la finanza pubblica (cioè per le tasche di tutti i cittadini) e peraltro ininfluente per l’economia del territorio".

"Abbiamo dato mandato all’avvocato Michele Pezone, che già segue da diverse settimane la questione - affermano Salviamo l'Orso, Wwf e Lipu - di predisporre ricorso alla giustizia amministrativa contro il predetto parere del comitato Via. Ci auguriamo – concludono - che questa volta il Parco voglia tenere conto della reale situazione dei luoghi e della fauna presente". 25 luglio 2017

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