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Come otto anni fa. Come l'estate scorsa. Come a fine ottobre 2016. Negli stessi posti. Tre forti scosse di terremoto, una dietro l'altra, ieri mattina, tutte con magnitudo superiore 5.0, nel Centro Italia, con epicentro tra Lazio e Abruzzo, nell'Aquilano, in particolare tra Montereale, Capitignano e Pizzoli e Amatrice (Rieti). Zone che hanno già vissuto il dramma e che in questi giorni stanno sopportando il calvario del maltempo: ci sono metri di neve e centinaia di migliaia di cittadini senza corrente e al freddo. La prima scossa è intorno alle 10.25: la magnitudo registrata è di 5.3, secondo le stime dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) è. E' avvenuta tra L'Aquila e Rieti a una profondità di 10 chilometri. A questa seguono altre quattro con magnitudo intorno al 3,2; poi, alle 11,14, la seconda forte botta, con magnitudo intorno a 5.5. Tutte in un'ora. Ma non finisce così. Pochi minuti dopo, la terra trema di nuovo, intorno alle 11,25. E poi, ancora, alle 14.33, e la magnitudo è di 5.0. "E' lo stesso sistema di faglie attivato il 24 agosto, ma a generare il terremoto di oggi è un segmento diverso", spiegano gli esperti dell'Ingv. 

Così la paura torna ad aggredire l'Abruzzo, in lungo ed in largo, dato che le scosse vengono sentite ovunque. E' il panico. Scene di terrore. A Teramo, provincia dilaniata dagli ultimi sismi, viene evacuata la prefettura, dove è in corso una riunione operativa del Centro coordinamento dei soccorsi dopo l'arrivo dell'Esercito per l'emergenza neve. A L'Aquila via dagli uffici comunali e molte aziende vengono chiuse per lo sciame sismico. A Pescara, invece, tutti fuori dagli uffici della Giunta regionale, da quelli di Abruzzo Sviluppo, dal tribunale, dalla sede della Provincia. Molte scuole, in tanti comuni, sono già chiuse per il maltempo. Le Ferrovie di Stato decidono, immediatamente, lo stop dei treni, per verifiche, sulle tratte Terni-Rieti-L'Aquila-Sulmona e Sulmona-Avezzano. Tutti i caselli dell'A24, l'autostrada che collega Roma, L'Aquila e Teramo, vengono chiusi per verificare la presenza di eventuali danni, stando a quanto comunicato dalla società Strada dei parchi. 

A Chieti la direzione sanitaria fa sgomberare il reparto di Ginecologia dell'ospedale, realizzato con cemento impoverito. Dopo la prima scossa, tutte le pazienti vengono trasferite dalle camere e sistemate nell'atrio. Poi ecco un appello, disperato, sui social. "La situazione è di totale emergenza in tutta la provincia di Teramo. Ci sono centri isolati per neve, non riusciamo a capire se ci sono danni. Abbiamo bisogno di aiuto. Dovrebbero intervenire Esercito e Genio militare. Ci sono paesi senza energia da più di 48 ore, da giorni": è l'appello lanciato dal presidente della Provincia di Teramo, Renzo Di Sabatino. 

Neve e scosse che, sommate, fanno crolli. A Campotosto, ad esempio, dove il manto nevoso è di due metri e mezzo e dove si sbriciola pure il tetto del municipio; a Montereale, dove c'è una coltre bianca di un metro e mezzo e dove tutti si rifugiano nella tensostruttura allestita per gli sfollati. "Una situazione apocalittica", commenta Massimiliano Giorgi, sindaco di Montereale. Il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, sottolinea: “L'emergenza è sì data dal terremoto, ma anche dalla neve”. Troppa, che rallenta i soccorsi, che riempie le vie. Che non permette ai cittadini impauriti di lasciare le proprie case e mettersi al sicuro. Sono diversi i feriti e c'è una vittima: un pensionato di Castel Castagna (Teramo), 83 anni, trovato cadavere da alcuni vicini. Nino Di Nicola si era recato nella stalla per accudire i suoi animali, quando la stalla è franata, per neve e scosse. Sul posto i vigili del fuoco ma per l'anziano non c'è stato nulla da fare: quando l'hanno tirato fuori era già privo di vita. Disperso un uomo travolto da una slavina ad Ortolano, frazione di Campotosto (L'Aquila).
 
 “La gente sta scavando nella neve per fuggire.... Si sente prigioniera”, riferiscono i primi soccorritori che giungono nei centri dell'Aquilano, forze dell'ordine e forestali. "Siamo per strada, sommersi dalla neve e non riusciamo nemmeno a scappare. Le automobili non possono muoversi. Continuano a esserci scosse e la gente urla. Cerco inutilmente di contattare mia madre...”: è la drammatica testimonianza di Serena Testa, che vive a Marruci, frazione di Pizzoli. Le sue parole hanno una grande eco sul web. A Castiglione Messer Raimondo zia e nipote sono stati travolti dal tetto della rimessa mentre prendevano la legna da ardere e sono rimasti sotto le macerie: vengono salvati dai vigili del fuoco. 18 gennaio 2017

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