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DRAMMA sul Gran Sasso dove sono morti due alpinisti, molto conosciuti ed esperti. Le vittime dell'incidente, avvenuto sulla parete nord del monte Camicia, sono Roberto Iannilli, 62 anni di Cerveteri (Roma), e Luca D'Andrea di Sulmona (L'Aquila). Sono precipitati mentre erano impegnati in una arrampicata sulla parete nord. Ieri i familiari, nell'angoscia e dopo aver lungamente atteso, avevano denunciato il loro 'mancato rientro' ed erano scattate le ricerche e stamattina il Soccorso Alpino e il 118 hanno indivuato i corpi senza vita e li hanno recuperati, trasportandoli poi in elicottero all'ospedale Mazzini di Teramo. Qui è iniziato il viavai del mondo degli alpinisti, per l'ultimo saluto ai due.
Da molti anni Iannilli e D'Andrea erano impegnati in imprese comuni, come quella finita in tragedia in Abruzzo. In particolare Iannilli è considerato uno dei massimi esperti di arrampicata in Italia. Ha aperto centinaia di nuovi itinerari in Italia e all'estero. Ha vinto per due volte il premio 'Consiglio', massimo riconoscimento alpinistico italiano. Era particolarmente legato al Gran Sasso dove, in solitaria o con altri escursionisti, ha aperto più di 100 nuove vie. E' stato inoltre tra i finalisti al premio internazionale 'Piolet d'Or', per una impresa compiuta sulle Ande peruviane. Molto nota, tra gli appassionati, è anche la sua scalata alla "Bartolomei Tower", sull'Himalaya.
Iannilli già nel 2010 era rimasto vittima di un incidente simile, sempre sul Gran Sasso: era precipitato per una trentina di metri e si era fratturato i polsi e ferito alla testa. Nel 2011, sempre sul Gran Sasso, i due, insieme, avevano aperto una nuova via sulla parete est del Corno Piccolo. Si tratta di una linea di 380 metri di sviluppo (di cui 200 autonomi) che s'infila proprio dentro la fessura, strapiombante e "fuori misura", che corre a sinistra de "Il Trapezio". 21 luglio 2016
Nella foto Roberto Iannilli (a destra) e Luca D'Andrea, vittime dell'incidente avvenuto sul Gran Sasso, in una foto tratta dal profilo Facebook di Iannilli.
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