Lanciano (Chieti) 05 ott. '13 - Licenziato per aver diffuso un comunicato stampa in cui ha denunciato come l'azienda sperperi i soldi pubblici. Succede alla Sasi,  -Società abruzzese per il servizio idrico integrato - con sede a Lanciano e che gestisce acquedotti, depurazione e fognature in 92 Comuni della provincia di Chieti. Ad essere stato cacciato è Giovanni D'Orsogna Bucci, di Lanciano, della Femca-Cisl Chieti. Nelle scorse settimane il sindacalista aveva divulgato una nota in cui evidenziava che il consiglio d'amministrazione della Sasi era intenzionato ad "approvare la nuova pianta organica, con i nuovi inquadramenti e attribuzione di livelli al personale", con un aggravio di spese annuali di 300 mila euro e "senza prima averla sottoposta a consultazione delle Rsu, come da contratto nazionale di lavoro". Poi si era soffermato sulle spese superflue, da eliminare. Quali? "E' stato acquistato - segnalava - un autospurgo, costato 300 mila euro e che non viene utilizzato al solo scopo di far ricorso a ditte esterne. Macchinario che comporta anche un costo di rimessaggio di 250 euro al mese". Sono stati "affittati due container a 750 euro al mese, più le spese di gestione, per trasformarli in ufficio ma che al momento sono inutilizzati". Ancora: la Sasi "paga un affitto di circa 700 euro al mese per un ufficio che si trova ad Atessa e che è chiuso al pubblico". Inoltre - veniva rimarcato - "il personale dipendente non viene utilizzato al meglio", preferendo spesso "il ricorso ad esterni a scapito dei servizi". D'Orsogna, alla luce di tutto ciò, chiedeva "di vigilare affinché, all'interno della Sasi venga rispettata la normativa per gli enti di evidenza pubblica". Qualche giorno fa è scattata la ritorsione da parte della dirigenza della Sasi, guidata da Domenico Scutti (Pd). Una lettera di licenziamento per il sindacalista che avrebbe "leso l'immagine dell'azienda e dei suoi vertici" con quel comunicato stampa di settembre "sulle spese inutili e gli sprechi". Il cda della Sasi, in sostanza, invece di tagliare gli sperperi, ha "tagliato" il sindacalista, che ha impugnato il licenziamento e sta preparando il ricorso al giudice del lavoro. Sulla questione interviene la segreteria provinciale della Femca Cisl che, in un documento dal titolo "Sasi, un licenziamento in tempo di crisi", oltre a parlare dei debiti dell'azienda e "del vecchio modo di gestire la cosa pubblica, con la politica che ne ostacola il rinnovamento", sostiene che "è impensabile che nel 2013 il sindacato attraverso le Rsu non possa esprimere una sua posizione rispetto alle scelte aziendali" e che si cerchi "di limitare la libertà di contestazione con provvedimenti disciplinari: la sospensione cautelare dal lavoro o il licenziamento". "Nessuno - conclude la Cisl - pensi di risanare la gestione fallimentare del servizio idrico integrato e il suo dissesto finanziario con il licenziamento dei dipendenti". 



Serena Giannico

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