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Lanciano (Ch) – “Il nuovo depuratore di località Santa Croce a Lanciano, dopo diverse verifiche, è pronto ad essere inaugurato nelle prossime settimane.” Ad annunciarlo, in conferenza stampa, il presidente della Sasi Gianfranco Basterebbe, che poi specifica: “Dopo l'attivazione dei depuratori di Furci, Tollo, Castel Frentano, stiamo testando quello di Santa Croce che riveste una grande importanza non solo per quanto riguarda Lanciano, ma soprattutto in merito al fiume Feltrino che spesso ha causato problemi di inquinamento. Con l'attivazione di Santa Croce, ad avvantaggiarsi saranno la balneazione e le colture agricole. Il primo dato incoraggiante arriva dai rilievi effettuati dall'Arta – ha aggiunto Basterebbe – che danno il tratto di mare, da Ortona a San Salvo, in alcuni punti eccellente e in molti altri buono, non ci sono punti scarsi. E questo è davvero un risultato significativo che ci auguriamo possa condizionare favorevolmente turisti e villeggianti. La nostra regione dopo gli ultimi accadimenti ha bisogno di ritrovare fiducia e risorse e speriamo di ricominciare dal mare pulito”. 


Il presidente Basterebbe, infine ha anche fatto alcune precisazioni sulla delicata vertenza Sasi – Acea energia, che va avanti da diverso tempo e che sembra essersi avviata a conclusione: “L'incontro di eri a Roma si è svolto in un clima di sereno confronto, la questione è delicata ma siamo fiduciosi in una soluzione positiva per la Sasi”. 
Un contenzioso che avanti da molti anni, addirittura quando c'era la Cassa del Mezzogiorno, poi riaperto con il Consorzio Acquedottistico fino ad arrivare all'ultimo atto, in ordine di tempo, ovvero alla decisione del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma che con sentenza parziale dell'11 giugno del 2013 ha accolto l'appello della Sasi e ha stabilito il versamento all'Acea di 6 milioni di euro più le spese legali, con una riduzione di 3 rispetto ai 9 milioni pretesi (la quantificazione della cifra è stata fatta da poco). “La prima richiesta da parte dell'Acea per illegittimo prelievo di acqua dalla Maiella ammontava a 15 milioni di euro, 13 milioni il primo risarcimento dovuto, fino ad arrivare agli attuali 6. La nostra intenzione – ha puntualizzato Basterebbe - è quella di ricorrere in Cassazione, lo abbiamo ieri comunicato ai vertici e agli avvocati dell'Acea. Confidiamo in una sentenza che la Cassazione a sezioni riunite ha emesso rispetto a un caso analogo (Acquedotto del Ruzzo-Enel), accogliendo il principio della prevalenza dell'uso umano delle acque, come stabilito nella legge Gallo del '94 che dice appunto che in merito alle risorse acquifere potabili si deve privilegiare l'uso umano. I nostri avvocati stanno quindi lavorando per depositare tutti gli atti necessari. Siamo fiduciosi e determinati a mettere in campo tutte le azioni per evitare l'esborso di una cifra che inciderebbe sulle nostre attività e potrebbe incidere anche sulle tasche degli utenti”. 11 mar. '17 

foto di Andrea Franco Colacioppo


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