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Treglio (Ch) - L'aria che tira è tesa. Con i frantoiani e le imprese agricole in affanno. Ed è fissato per domani, alle 16.30, nella sede della Regione Abruzzo, in viale Bovio a Pescara, un incontro tra il sindaco di Treglio, Massimiliano Berghella, e gli assessori Dino Pepe (Agricoltura), Mario Mazzocca (Ambiente) e Giovanni Lolli (Attività produttive) per discutere della questione del sansificio di Treglio e del problema dello stoccaggio delle sanse. Lunedì 6 novembre ai Sansifici Vecere Srl di Treglio (Ch) è stato notificato il parere negativo della Regione Abruzzo al rilascio dell'Autorizzazione unica ambientale (Aua) richiesta per proseguire l'attività per altri 15 anni. La Regione ha bocciato la domanda per motivi igienico-sanitari e urbanistici. La decisione è scaturita a seguito della Conferenza dei servizi che si è tenuta nel luglio 2016 e il 30 gennaio scorso. 

 L'autorizzazione di Vecere ad esercitare l'attività era scaduta il 21 dicembre 2016; poi c'era stata una proroga di 90 giorni all'esercizio, scaduta a fine marzo 2017. La società, quindi, senza autorizzazioni, non avrebbe potuto riaprire. Invece, in barba alle norme, l'ha fatto, il 3 novembre scorso. Poi, però, è arrivato il diniego della Regione e lo stabilimento, classificato come insalubre, ha dovuto chiudere i cancelli. Non ha potuto, quindi, più ritirare sansa (sottoprodotto derivante dal processo di estrazione dell'olio di oliva composto da bucce, residui di polpa e frammenti di nocciolino) dalla imprese agricole e dai frantoiani, che sono scesi sul piede di guerra. Che da ieri stanno protestando. E che "minacciano" un'incursione nella rassegna "Borgo rurale", che promuove novello, castagne e olio nuovo e che si svolge nel fine settimana a Treglio. Una "capatina" con tanto di trattori e sansa al seguito, quella che non sanno ora dove andare a scaricare.

Regione sott'accusa, essendo l’Abruzzo quinta per produzione di olio, con un milione e 200 mila quintali l‘anno, di cui 63% in provincia di Chieti. "La sansa andrebbe ora portata dai singoli frantoiani in Puglia a costi altissimi e con costanti viaggi per smaltire le produzioni di 10 mila quintali di prodotto giornalieri. Solo in Abruzzo i sansifici vengono chiusi, pur generando sottoprodotti che è un ricavo nella filiera - tuona  il vice presidente nazionale di Confrantoiani, Alberto Amoroso, che sottolinea -.  C’è il rischio che aumenti il prezzo dell’olio oltre al fatto che gli agricoltori potrebbero essere costretti al blocco della raccolta delle olive". 

“La riunione in Regione – spiega il sindaco Berghella – servirà a fare il punto della situazione. Nessuno vuole penalizzare l'agricoltura, ma le leggi vanno rispettate. Quindi la proposta che porterò al tavolo sarà quella di individuare, con urgenza, un'area di stoccaggio temporanea per il conferimento delle sanse, che successivamente dovranno essere spostate in un impianto autorizzato, in Abruzzo se esiste, o altrimenti fuori regione”. “Mi chiedo – prosegue Berghella – come mai l'associazione Confrantoiani, che oggi sta facendo polemiche e minaccia sommosse, non si sia mai attivata su una questione così importante. Perché non è stata presente alla Conferenza dei servizi, in cui avrebbe potuto portare le istanze e le necessità delle aziende di settore? Perché, dato che il problema del sansificio è annoso, non si è mai fatta viva e non ha presentato proposte?” “Quest'amministrazione – conclude Berghella – si muove nel rispetto e per il rispetto della legalità e quindi la soluzione paventata da alcuni politici regionali e da Confrantoiani di riaprire temporaneamente il sansificio non è plausibile e non è attuabile”. 

"E' fuori da ogni logica chiedere la riapertura di un impianto il cui amministratore unico, quattro mesi fa, è stato condannato dal Tribunale di Lanciano a sei mesi di reclusione per reati ambientali. Il sansificio Vecere di Treglio deve essere delocalizzato il prima possibile. La salute di tutti i cittadini che vivono nell'area frentana deve avere la precedenza assoluta su tutto e tutti e non può essere barattata con nulla". E' netta la presa di posizione del consigliere regionale Leandro Bracco sulla vicenda. "Pur non avendo alcuna autorizzazione circa la ripresa dell'attività – spiega l'esponente di Sinistra italiana – pochissimi giorni fa il sansificio Vecere è tornato 'in vita'. Mi chiedo dove siano le autorità preposte a vigilare ma soprattutto a tutelare la pubblica incolumità. Non posso che condividere la decisione assunta dalla Regione Abruzzo che ha redatto e notificato a Vecere stessa il rigetto dell'istanza riguardante l'autorizzazione unica ambientale (Aua). Per non parlare poi delle decisioni assunte dalla Asl – prosegue Bracco – che ha espresso, a braccetto con il Comune di Treglio, un parere igienico-sanitario negativo in quanto considera Vecere un'industria insalubre di primo grado". 

"Le difficoltà degli stessi frantoiani determinate dalla mancata autorizzazione all'esercizio dell'impianto erano assolutamente prevedibili. L'Aua è infatti scaduta diversi mesi fa. Una programmazione lungimirante che avrebbe dovuto esserci ma che invece è stata latitante avrebbe evitato, per uno dei settori più rilevanti dell'economia abruzzese, il caos attuale. In base all'autorizzazione rilasciata nel 2011 – precisa Bracco – Vecere avrebbe infatti dovuto delocalizzare l'impianto. Cosa che invece non ha fatto".

 "Basta - fa presente - con le finestre chiuse. Basta con il divieto di giochi all'aperto per i bambini. Basta con le narici colme di odori acri e pungenti. Basta con il timore mai assente di inalare il micidiale monossido di carbonio. E' destituita di ogni fondamento la tesi secondo la quale l'attività industriale del sansificio di Treglio debba riprendere. Attività industriale che a oggi, ricordo, è priva di legittimità giuridica. La salubrità del territorio nel quale una comunità vive – conclude Leandro Bracco – è un diritto inalienabile che mai e poi mai può essere anche solo scalfitto". 08 novembre 2017

In alto il sansificio Vecere. In basso il sindaco Berghella. Le foto sono di Andrea Franco Colacioppo

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