"L’azienda chiude non perché qualche autorità l’abbia costretta a farlo, ma per nostra scelta". Il sansificio Vecere di Treglio (Ch), dopo lo stop dell’attività imposto della Regione Abruzzo con il mancato rilascio di autorizzazione, ... vola in Tunisia. Si è così chiuso il sipario su uno degli stabilimenti più controversi in fatto di questioni ecologico-ambientali, in attesa che la magistratura, ed in particolare il Tar Abruzzo, decida sulla legittimità del diniego di autorizzazione emanato dalla Regione, e sul punto, il titolare della società Sansifici Vecere,  Enrico Vecere, dichiara: "Se il giudice amministrativo riterrà che ho ragione, bene. Altrimenti, vorrà dire che ho anticipato i tempi smontando e togliendo gli impianti. La scelta di andare via - aggiunge - è stata dolorosa ma, come impresa, per noi era controproducente restare a Treglio non potendo mettere in funzione i nostri impianti. Del resto, bisogna anche considerare che, se non vengono utilizzati per lungo tempo, i macchinari si deteriorano, comportando solo ulteriori costi di manutenzione”.
 “Non sappiamo quello che la magistratura deciderà, – chiarisce Vecere – ma se il giudizio ci vedesse vincitori, è molto difficile dire, da ora, se decideremo di tornare a riaprire lo stabilimento. Sembrerebbe solo una ripicca nei confronti del sindaco e del Comune, e non è quello che ci interessa”. Ed è proprio in commento alle recenti dichiarazioni del primo cittadino di Treglio, Massimiliano Berghella, che Vecere dichiara: “E’ triste leggere che il sindaco è soddisfatto della chiusura di un'azienda così importante per il territorio e per il settore dell’agricoltura... In questi anni per noi era difficile anche parlare di delocalizzazione, dopo che gli impianti sono stati definiti altamente inquinanti. Nessun Comune, neppure il più mal messo, avrebbe voluto un’impresa del genere”. Dunque, la decisione di portare gli impianti in Tunisia, dove già la Sansifici Vecere opera ed ha contatti da anni. “E' venuto a mancare un feeling con l’amministrazione comunale, – conclude l’imprenditore – che non ci ha permesso di raggiungere un accordo che ponesse fine alla vicenda”.
Dal canto suo, il sindaco di Treglio, Massimiliano Berghella, smentisce la mancanza di volontà nell’instaurare un dialogo con la società e sottolinea: “Abbiamo inviato diverse lettere ad Antonio Vecere, invitandolo ad affrontare il tema della delocalizzazione. Tuttavia, - continua - già dopo la nostra prima lettera, attraverso un legale, Vecere ci ha risposto che non era disponibile alla delocalizzazione, mentre ad altre lettere, addirittura non è seguita nessuna risposta”. E precisa: “Non c’è mai stato un attacco nei confronti del Sansificio Vecere ma, come sindaco, ho il dovere di proteggere la sicurezza dei cittadini. E' stata la magistratura, in primo grado, a ritenere che l’impresa fosse fuori norma, non il sindaco”. 

Il primo cittadino di Treglio ripercorre le vicende giudiziarie che hanno interessato il sansificio, dapprima ricordando il sequestro dell’azienda disposto dalla magistratura, e poi il parziale dissequestro dello stabilimento, grazie all’avallo dato dalla Provincia e dall'Arta,  alla luce dell’entrata in funzione di un nuovo camino, il Buzzi 3, mai usato prima dalla Sansifici Vecere. "Anche con la messa in funzione il nuovo impianto, controlli tecnici - evidenzia Berghella - hanno rilevato che l’azienda avesse violato ancora i limiti di emissioni consentiti dalla legge, per ben due volte”. Berghella si dice pronto ad aprire un dialogo con la Sansifici Vecere, “per dare una possibilità alla società di uscire da questa situazione a testa alta”. Ed infine, propone un cambio di destinazione d’uso dell’area su cui si trova lo stabilimento: “La nostra intenzione è quella di modificare il Piano regolatore, per valorizzare un’area di sei ettari, con edilizia abitativa e commerciale”.
29 maggio 2018
 
 Alessandra Rambaldi

@RIPRODUZIONE VIETATA

Condividi l'Articolo

Articoli correlati