"Il presidente D'Alfonso non può ignorare il voto del Consiglio regionale del 20 luglio scorso dove a maggioranza è stato approvato il documento presentato dal centrodestra che impegna il commissario ad acta a bloccare il Decreto 55 del 10 giugno 2016 recante 'Piano di riqualificazione del servizio sanitario regionale' da noi giudicato penalizzante e mortificante per cittadini e dannoso per l'intero sistema sanitario abruzzese". E' la denuncia dei consiglieri regionali di centrodestra Mauro Febbo, Gianni Chiodi, Lorenzo Sospiri, Paolo Gatti, Emilio Iampieri, Mauro Di Dalmazio e Giorgio D'Ignazio nel corso di una conferenza stampa svoltasi questa mattina a L'Aquila prima dell'inizio dei lavori consiliari. 

"Chiediamo - sottolineano gli esponenti di Forza Italia, Ncd e Abruzzo Futuro - che il documento approvato a maggioranza sia rispettato e reso immediatamente esecutivo come tutti gli altri atti approvati, affinché venga rispettata la volontà e l'autorevolezza dell'assise consiliare regionale. Non accettiamo assolutamente l'arroganza e la sfrontatezza di questa maggioranza - affermano sempre i consiglieri regionali di centrodestra - che ha visto il giorno dopo la bocciatura in Consiglio, come se nulla fosse successo, annunciare attraverso l'assessore alla Sanità Paolucci una specifica delibera di giunta dove si mette insieme sia il Decreto numero 55 sia il nuovo Decreto n. 79 del 21 luglio 2016 recante il 'Riordino della rete ospedaliera', calpestando di fatto la dignità dei consiglieri regionali e la funzione del Consiglio che rappresenta anche tutti cittadini abruzzesi. Un atto che butta nel cestino l'approvazione del nostro documento nel corso di un'assise regionale dove la maggioranza si è letteralmente disgregata e frammentata bocciando di fatto la politica sanitaria del duo D'Alfonso-Paolucci. 

Tutto il centrodestra e la minoranza non potranno rimanere impassibili e in silenzio di fronte all'arroganza di questo esecutivo poiché non accetteremo la violazione e lo sfregio delle regole e norme basilari dei lavori consiliari: infatti già nella seduta odierna chiederemo al presidente Di Pangrazio di rendere efficace ed esecutivo il documento da noi preparato e approvato. Invece - aggiungono sempre i consiglieri - se dovessimo capire che, sia il presidente del Consiglio regionale sia il presidente della Regione D'Alfonso, pensano di non prendere in considerazione la decisione del Consiglio regionale allora sarà scontro su tutta la linea: in aula si preparino alla battaglia perché da questo momento sarà muro contro muro, non gli permetteremo di approvare più una sola delibera. 

Inoltre - rimarcano i consiglieri regionali del centrodestra - ad oggi ancora non vediamo nessun atto ufficiale che indichi l'uscita dal commissariamento della nostra Regione ma solo annunci e proclami. Leggendo l'ultimo Decreto n.79 inerente il riordino della rete ospedaliera emerge chiaramente un quadro desolante e sconcertante poiché vengono smantellati interi nosocomi, senza chiarire qual è il modello di collaborazione pubblico-privato previsto nel Piano, definendo il contributo in termini di costi, volumi e tipologia di prestazioni. Chiederemo conto anche dell'ennesima bugia dell'Assessore Paolucci che con un comunicato ufficiale, ripreso anche dai media, ha annunciato la delibera di recepimento del Decreto n. 55 ma la dichiarazione risulta falsa in quanto nessuna delibera di giunta è stata approvata ne' venerdì ne' sabato, quindi dovremmo presumere che nessuna tregua è stata siglata con i ribelli della maggioranza. Anzi vorremmo capire perché la delibera di giunta non è stata approvata quando a presiedere c'era il presidente D'Alfonso mentre oggi è stata convocata dal vicepresidente Lolli una riunione straordinaria proprio per deliberare. Se ciò fosse vero è l'ennesima riprova che l'assenza di D'Alfonso al Consiglio del 20 non era un caso. Infine - concludono Febbo, Chiodi, Sospiri, Gatti, Iampieri, Di Dalmazio e D'Ignazio - questo Piano non è stato mai presentato e discusso nei luoghi istituzionali deputati e l'azione fin qui intrapresa dal commissario ad acta ha portato alla chiusura di punti nascita, al declassamento di alcuni ospedali, a presidi ridotti a Punti di Primo Soccorso, ovvero postazioni medicalizzate del 118, al depotenziamento delle strutture delle aree interne, alla chiusura di molte guardie mediche e al sovraffollamento delle strutture esistenti".

26 luglio '16

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