GUARDA LE FOTO
Quest'anno, in Abruzzo, gli incendi che si sono sviluppati su tutto il territorio regionale hanno distrutto 4.000 ettari di boschi, secondo una stima provvisoria, contro gli 87 ettari di superficie boscata andata in fumo nel 2016. "Risultati impressionanti e inquietanti. Si tratta di 46 volte in più". Questi i dati contenuti nel dossier che il Wwf Abruzzo consegnerà all'amministrazione regionale e che viene presentato lunedì prossimo, a Pescara, alle 10.30, nella sede della Regione. Il documento sugli incendi in Abruzzo, elaborato dal presidente del Wwf Abruzzo montano, Walter Delle Coste, prende in considerazione solo i roghi che hanno devastato aree vegetali e quelli che hanno interessato almeno un ettaro. Presente lunedì il sottosegretario regionale con delega all' Ambiente e alla Protezione civile, Mario Mazzocca. 

Anche il Wwf mette in guardia sul rimboschimento. "E' un errore che va evitato. Bisogna contrastare e non favorire gli interessi economici legati agli appalti post-incendio. Il rimboschimento, semmai sciaguratamente deciso, rappresenterebbe un gravissimo errore, da ogni punto di vista", afferma ancora l'associazione ambientalista intervenendo con una nota in merito alla riunione fissata, per il 13 settembre, sulla questione, dal presidente della Regione, Luciano D'Alfonso. "Riunione finalizzata a valutare la possibilità di chiedere una deroga al divieto, previsto dalla legge, di rimboschimento immediato delle aree devastate dal fuoco", dice il Wwf Abruzzo -. Il primo errore è stato già quello di parlarne a roghi in corso perché annunciare una simile intenzione avrebbe potuto, e non si può escludere che ciò sia realmente accaduto - si legge nella nota dell' associazione ambientalista - indurre i piromani a intensificare la propria azione. Il secondo quello di escludere il Parco nazionale della Majella dal tavolo. Il terzo errore sarebbe quello di dare seguito a quegli incauti annunci, sia dal punto di vista naturalistico che da quello economico. Ci sarebbe infatti un enorme spreco di risorse a danno e non in favore della montagna". 

"La Società Botanica Italiana e qualificati dipartimenti universitari, compreso quello dell'Aquila - chiarisce il delegato Abruzzo del Wwf, Luciano Di Tizio - studiano da anni queste problematiche e saprebbero ben consigliare sulla strada giusta da seguire. I rimboschimenti, tanto di moda in passato, in particolare nella prima metà del secolo scorso, hanno provocato danni alla biodiversità oltre a favorire indirettamente i malintenzionati (e le fiamme) per via proprio del giro di denaro che tali scelte hanno comportato". 09 settembre 2017

@RIPRODUZIONE VIETATA

Condividi l'Articolo

Articoli correlati