Pescara - In tempi di numerosi tagli di natura economica, di servizi e a livello occupazionale agli enti pubblici, previsti dall'attuale governo nazionale per mezzo del Patto di Stabilità, sono molti i timori di associazioni e sindacati circa la riqualificazione dei lavoratori della pubblica amministrazione abruzzese. "Alle regioni è stato demandato il compito di legiferare sul riordino delle Province. L'Abruzzo ha un progetto di legge regionale per il riordino delle province che da agosto è incagliato nelle secche del Consiglio Regionale. Se entro il prossimo 31 ottobre non si approva tale progetto di legge e non si definiscono le procedure di ricollocazione diretta del personale in sovrannumero, centinaia di dipendenti delle province verranno inseriti nella piattaforma nazionale della mobilità". A denunciare la situazione è la segreteria regionale della Uil. 
"Il caso dell'Abruzzo - continua il sindacato in una nota - rischia di essere il peggio gestito tra tutte le regioni italiane, con danni gravi a lavoratori e cittadini, indebolendo o cancellando servizi essenziali in più funzioni, dai servizi per l'impiego alla polizia provinciale, dal genio civile alla formazione, dalle biblioteche ad agricoltura, caccia e pesca". 
Ulteriori perplessità in merito da parte della Uil sono rivolte anche nei confronti dello stesso testo di legge regionale: "Il progetto di legge regionale dell'Abruzzo non è un buon testo, perché è una legge di mero indirizzo, che nulla dice su fabbisogni, servizi, sostenibilità e finanziamenti. Nonostante ciò, non c'è tempo per cambiarlo adesso: va approvato per evitare il disastro, e subito dopo bisogna che la regione espliciti il suo disegno d'insieme della pubblica amministrazione locale, regionale e sub-regionale,  con anche un concreto coinvolgimento dell'Anci Abruzzo e dei comuni affinché venga operato un ricollocamento certo dei lavoratori provinciali che andranno in esubero". 6 ottobre 2015

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