E' guerra ai mega rincari dei pedaggi su A24 e A25. Sulla Roma-Teramo e sulla Roma-Pescara le tariffe sono aumentate, per il quattordicesimo anno di fila, e stavolta l’incremento è... alle stelle. Nel 2017 fu dell'1.62%, per il 2018 l’A24 e l’A25 costano il 12.89% in più. Queste tratte autostradali si confermano tra le più care e tra quelle che in Italia hanno avuto gli aumenti maggiori. Oggi, rispetto al 2004, si paga circa il 200% in più. 

Rincari difficilmente spiegabili a un’utenza che negli ultimi mesi si è ritrovata a dover percorrere le tratte facendo lo slalom tra i cantieri aperti per la manutenzione nell'attesa dei 58 milioni di euro stanziati dal Governo e invocati per evitare il blocco dei lavori, che fanno parte delle opere per mettere in sicurezza i viadotti varato dopo i terremoti del 2009 e 2016-17. La società concessionaria, Strada dei Parchi, ha diffuso una lunga nota per spiegare, che "è un aumento importante, conseguenza diretta del blocco delle tariffe imposto negli ultimi tre anni dal ministero e della mancata approvazione, da quattro anni, del piano economico finanziario di A24 ed A25. A partire dal 2014, e per il 2015 e 2016, il ministero ha imposto tariffe calmierate rispetto agli aumenti previsti dalla concessione, ignorando la clausola contrattuale del ristoro degli investimenti realizzati dalla concessionaria. Sul punto il Tar del Lazio ha condannato l'inerzia del ministero. La politica degli aumenti non è il frutto di una decisione autonoma e unilaterale di Strada dei Parchi". Insomma si sventola il contratto di concessione, "pari a oltre 750 milioni di euro oltre interessi corrisposto in rate annuali", l'incremento del tasso di inflazione, gli investimenti effettuati, gli ammortamenti e i costi di gestione. Inoltre per ogni euro di pedaggio incassato – prosegue la nota - solo 43 centesimi restano nella disponibilità della concessionaria, mentre i restanti 57 centesimi vanno a vario titolo allo Stato". 

Strada dei Parchi afferma che "è l'unica concessionaria che corrisponde un prezzo all'Anas pari a 55,9 milioni di euro ogni anno, ricavati, anch'essi, dai pedaggi. Nel periodo 2003/2015, 670 milioni di euro, che certamente non sono finiti nella manutenzione delle strade abruzzesi, a differenza degli 830 milioni di investimenti effettuati da Strada dei Parchi nel medesimo periodo". Tra questi: "Le complanari di Roma, opere che hanno reso più sicuri e veloci l'ingresso e l'uscita dalla Capitale, per un importo complessivo di 258 milioni di euro; il raddoppio del tratto autostradale in direzione Teramo, la messa in sicurezza dei viadotti". Ciò nonostante cresce l'ira per per gli aumenti: la Roma-L’Aquila è praticamente raddoppiata, nel 2009 costava 7,30 euro, dall'inizio del 2018 è passata da 11,60 a 13,10. 

Polemiche e proteste nel Lazio. "Se l'aumento medio dei pedaggi autostradali per il 2018 si attesta intorno al 2,70% sul territorio nazionale, è indubbio che l'aumento del 12,89% previsto per l'Autostrada dei Parchi è a dir poco paradossale". Lo dichiara in una nota il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. "Infatti, - afferma - pur comprendendo ogni possibile variabile utile ad un riallineamento del pedaggio su tariffe più aggiornate, in questo caso salta all'occhio come tale riallineamento ometta diversi fattori da valutare, fattori che nell'ambito dei servizi offerti al cittadino costituiscono elementi invece imprescindibili, a partire - per fare solo un esempio - da quello della 'gradualità'. Quindi, è evidente che - a questo punto - urge un intervento normativo/amministrativo che imponga un freno in grado di interpretare le condizioni del terreno su cui si agisce. In questo caso, il terreno è rappresentato dai milioni di passaggi/auto annui dei cittadini del Lazio, o di altre regioni limitrofe, che raggiungono la Capitale non certo per turismo ma per lavorare. Inoltre, sembra altresì evidente che la revisione dei termini concessionari determini uno dei punti da aggredire immediatamente. Per tutte queste ragioni, a tutela di un servizio necessario ed utile per la cittadinanza, chiedo sui suddetti temi un incontro urgente presso il ministero delle Infrastrutture e Trasporti".  

"Si tratta di aumenti per certi versi incomprensibili e inaccettabili, che vanno a penalizzare l'intera area della valle dell'Aniene e tutti i suoi comuni" polemizza il capogruppo di Fi della Regione Lazio, Antonello Aurigemma. Il quale fa un esempio concreto: la tratta Roma est- Vicovaro che dal 2018 passa da 4,30 a 4,90 euro solo all'andata per un percorso di 41 chilometri. "Questi incrementi – spiega Aurigemma – colpiscono soprattutto i tanti lavoratori e gli studenti che ogni giorno si recano a Roma. La cittadinanza ha bisogno di risposte, servono politiche attive al fine di migliorare la qualità della vita di coloro che abitano nei paesi e invece con queste misure si continua a fare di tutto per farli fuggire, isolando così tali realtà”. 

Malcontento in Abruzzo. Il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, sottolinea che "c'è bisogno di un intervento normativo e amministrativo che riveda i termini della concessione e fissi a non oltre il 2% il tetto degli aumenti annuali". Il presidente di Confindustria Abruzzo, Agostino Ballone (che è anche imprenditore nel settore dei trasporti), sostiene lo stesso: "Il difetto è a monte, nelle clausole del contratto di concessione. Sarebbe il caso di rinegoziarle. Prevedo, ovviamente, conseguenze a cascata su tariffe dei trasporti e costo delle merci: a rimetterci saranno soltanto i consumatori e le imprese". Da Confartigianato arriva l'invito a D'Alfonso a fare sentire la propria voce contro gli aumenti, dopo aver sottolineato che nel bilancio di previsione 2018 della Regione non c'è "neppure un euro a favore delle micro imprese e dell'artigianato". 
Insorgono anche i sindaci dell'Aquila, di Avezzano e Sulmona, Pierluigi Biondi, Gabriele De Angelis e la dimissionaria Annamaria Casini, a cui si associa la protesta del presidente della Provincia e sindaco di Castel di Sangro, Angelo Caruso: "Siamo di fronte al secondo sgambetto in pochi giorni commesso ai danni dell'Abruzzo e delle aree interne da parte di questo governo". Il riferimento è all'autorizzazione concessa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la realizzazione della centrale Snam di Sulmona. Duro Pierpaolo Pietrucci, presidente della commissione Ambiente e territorio della Regione, che parla di "strada che porta all'inferno". Interpellanza urgente, del capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri, firmata con i consiglieri regionali di Forza Italia Mauro Febbo, Gianni Chiodi, Paolo Gatti, Emilio Iampieri e Mauro Di Dalmazio, per chiedere al governatore Luciano D'Alfonso le iniziative che intende mettere in atto contro l'aumento dei pedaggi autostradali sull'A24 e A 25 del 12,89%. "L'abbiamo protocollata stamattina - dice Sospiri - per fare chiarezza nelle nubi di chiacchiere che leggiamo da giorni a fronte dei fatti prodotti dal presidente della Regione Lazio Zingaretti che, dal canto suo, ha già chiesto un incontro urgente con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per tutelare i propri cittadini dallo stesso rincaro". 

"In un Paese in cui la precarietà e l’insicurezza sociale sono senso comune per il ceto medio e gli strati più deboli della popolazione anche quest’anno - afferma Daniele Licheri, segretario regionale di Sinistra Italiana - per l’ennesima volta l’unica notizia certa per l’anno nuovo è rappresentata dall’aumento delle tariffe e delle bollette a partire ovviamente dal gas e dall’elettricità. Per noi abruzzesi si aggiunge, anche questo da molti anni, la garanzia di un aumento dei pedaggi autostradali dell’A24 e A25. La nota del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture che conferma l’aumento fino al 13% rappresenta l’ennesimo schiaffo al nostro Abruzzo già gravato da crisi economica, vertenze industriali, conflitti ambientali e in generale da un vero e proprio sfilacciamento continui del tessuto sociale e produttivo. E’ arrivato il momento di dire basta". 
 02 gennaio 2018

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