Arriva in Commissione Bilancio la proposta di legge del Movimento Cinque Stelle che modifica le norme per la razionalizzazione del costo della politica e della spesa per i dirigenti della Regione Abruzzo e degli enti strumentali. Prima firmataria del provvedimento è la consigliera regionale Sara Marcozzi. 

"Lo avevamo promesso in campagna elettorale e la prima proposta di legge che abbiamo presentato è stata proprio quella sulla riduzione dei costi della politica. Una legge - precisa - che interessa gli altri consiglieri poiché noi del Movimento Cinque Stelle, anche in assenza di una norma che lo imponga, già tagliamo i nostri stipendi come previsto nella proposta e fino a oggi abbiamo già rinunciato a oltre 133mila euro". 

Secondo il M5S con l'approvazione di questa proposta di legge, il Consiglio regionale porterebbe risparmiare ben 23 milioni di euro nei cinque anni di legislatura. "Il primo attiene alle indennità di consiglieri e presidenti di Giunta e Consiglio - aggiunge  Sara Marcozzi - le cui massime retribuzioni consentite sarebbero rispettivamente ridotte per i primi da 11.100 euro a 5.000, e per i secondi da13.800 euro a 6.500 euro. Altro taglio previsto è quello dei rimborsi spese, nota dolente per le tasche della Regione, che elargisce ai consiglieri regionali fino a 4.500 euro mensili. Un forfait che viene assegnato a prescindere da quanto si spenda effettivamente per vitto, alloggio e viaggio e a prescindere dal luogo di provenienza. Solo i consiglieri regionali del M5S, grazie ormai ai famosi scontrini, rendicontano già ogni spesa e percepiscono il rimborso solo su quanto realmente utilizzato. Gli altri, che vivano in provincia dell'Aquila o in posti più distanti dal capoluogo, Vasto per esempio, intascano il forfait incrementando di molto il loro stipendio. Tagli sono previsti anche per le indennità di vice presidente e segretari di commissione. Sono previste l'abrogazione della polizza assicurativa in caso di morte o infortunio del consigliere, l'abrogazione del trattamento di fine mandato e la riduzione dei vitalizi con percentuali maggiori in caso di cumulo di vitalizi diversi. Infine lo spostamento da 60 a 67 anni per la fruizione del vitalizio per i consiglieri che ne abbiamo maturato il diritto, come per i lavoratori 'comuni'. 

Una bella sforbiciata, insomma, che per una volta invece di colpire i servizi al cittadino colpisce i lauti stipendi dei consiglieri regionali. Attendiamo la discussione in Commissione e vediamo in che modo verrà affrontato il problema dei tagli quando si tratta dei loro stipendi - commentano i pentastellati -. Auspichiamo dalla maggioranza la stessa intransigenza mostrata nei confronti della chiusura dei punti nascita, degli ospedali, della compartecipazione nelle spese sanitarie, del trasporto pubblico".   29 aprile '15

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