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"Giungono in queste ore a cittadini abruzzesi telefonate "a nome del presidente della Regione Abruzzo" Luciano D'Alfonso con le quali si invita a partecipare a una iniziativa per il "sì" al referendum. C'è da domandarsi se i numeri di cellulare da cui provengono queste chiamate e anche sms siano a carico di Luciano D'Alfonso o di suoi sodali o se siano a carico della Regione Abruzzo o di altro ente o società pubblica di cui solitamente il Pd è abituato a fare uso privatistico". Così, in una nota, Maurizio Acerbo, della segreteria nazionale Rifondazione Comunista - Sinistra Europea. 

"C'è anche da domandarsi se chi fa queste telefonate lo faccia in orario di servizio presso la Regione.  Insomma se questa campagna telefonica la stanno pagando i cittadini, D'Alfonso di tasca sua, qualche suo sponsor o la ormai celebre zia", chiede Acerbo. "Ma ovviamente - prosegue - la cosa più grave è questo utilizzo della propria carica pubblica per fini che esulano dai compiti dell'ente. Il Consiglio regionale ha per caso deliberato di sostenere la campagna elettorale per il sì? E' corretto questo uso della propria carica pubblica?"

"E' noto che D'Alfonso - sottolinea Acerbo - usa metodi scientifici per riempire le sale di pubblico acclamante. Se ti invita con chiamata ad personam il potente presidente (ieri il sindaco) puoi sentirti in dovere di esserci perché un domani dovrai bussare alla sua porta per qualche motivo ed è bene tenerselo amico.
Comunque l'impegno di Luciano D'Alfonso per il "sì" - viene ancora detto nel documento - rappresenta l'inequivocabile dimostrazione che questo non è un referendum contro la casta nè tantomeno contro i politici regionali. E' una trovata per togliere ai cittadini la possibilità di far valere i propri diritti o difendere il proprio territorio facendo pressioni su chi governa le Regioni come è accaduto tante volte in Abruzzo, per esempio sulle questioni della petrolizzazione. Questo è un referendum per tagliare meglio la sanità e la spesa sociale e per dare mano libera agli impianti inquinanti.
Quella che propone Renzi è la costituzionalizzazione del notabilato con i consiglieri regionali che andranno al Senato e usufruiranno dell'immunità parlamentare". 07 ottobre 2016


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