di Marco Tabellione

 Ogni luogo, ogni paese, ogni regione, ogni popolo porta le sue ferite, le conserva nella memoria, magari a volte costruendoci sopra un’identità, un motivo, se pur doloroso, di condivisione e comunione. L’Abruzzo di ferite ne ha tante, ma quella che si è aperta con la valanga che ha sommerso l’Hotel Rigopiano, a Farindola (Pe), con i suoi morti, è di quelle che rimarranno sempre dolorose e sempre sanguinanti. Sì perché la fatalità e l’accanimento del caso e delle circostanze sfavorevoli, si sono rivelate davvero tragiche e tremende, e si sono abbattute sul morale degli abruzzesi in maniera quasi irrimediabile. Quasi, perché ovviamente resta sempre la soluzione umana, la possibilità cioè di stringersi gli uni con gli altri, di fare corpo contro questa tragedia, e cercare non certo di dimenticarla, ma almeno di esorcizzarla, di neutralizzarne gli effetti psicologici negativi e dirompenti. Così il libro che poeti e scrittori d’Abruzzo hanno voluto dedicare a Rigopiano ha quasi l’effetto di un abbraccio, e costituisce il contributo che la poesia, con la sua forza consolatoria, può recare anche in momenti dolorosi, perché è il contributo suggerito dalla bellezza delle parole. Il volume è costituito da una raccolta di poesie, racconti, leggende, suggestioni e riflessioni dedicate appunto alla tragedia di Rigopiano. 

E’ stata pubblicata dall’editore Solfanelli di Chieti, con il titolo "La Terra e la neve", a cura di Franco Pasquale, con una postfazione della psicologa Assunta Ferraro la quale ha sottolineato le ricadute in termini psicologici che un evento come quello di Rigopiano ha per l’intera collettività. Un piccolo volume, il cui ricavato sarà devoluto a scopo benefico, volume che rappresenta un omaggio sincero, ma anche umile e discreto, a coloro che purtroppo hanno trovato la morte sotto la neve dell’hotel distrutto dalla slavina. Hanno partecipato alla raccolta 35 tra autori, scrittori e poeti abruzzesi e non, che spontaneamente hanno messo nero su bianco le proprie emozioni, il proprio dolore, nel tentativo di dare vita ad un cordoglio letterario che potesse anche incarnassi in un libro. Un libro in realtà molto delicato, come se tutti i poeti presenti, e infatti le poesie coprono una buona percentuale della pagine, avessero voluto quasi sussurrare, con un filo di voce, i propri versi, consci che la poesia e la letteratura in realtà non possono molto in casi come questi, ma che tuttavia hanno la forza di testimoniare la partecipazione umana al dolore degli altri, partecipazione che rappresenta sicuramente una delle ricchezze della civiltà umana. 

Il libro è caratterizzato anche da alcuni racconti davvero coinvolgenti e al limite della fiaba, in cui tutta la natura sembra partecipare al dramma, come per una tensione, un spasmo che non trova pace. Oppure da altri testi che sottolineano e ricordano i cuccioli di cane tratti in salvo, come i piccoli degli uomini, figli dei clienti dell’hotel, la cui miracolosa salvezza ha commosso l’Italia e il mondo intero, nonostante il grande dolore per la perdita delle altre vite umane. E poi vi sono le poesie, tante, alcune accorate, altre più delicate, discrete, tutte però legate da una partecipazione spirituale profonda a quanto accaduto, e soprattutto allo strazio delle famiglie che hanno perduto i loro cari. E’ un po’ da considerare, questo libro, un semplice saluto, un piccolo monito, di quanti hanno condiviso l’afflizione per un lutto che ha colpito l’Abruzzo intero, un dolore del quale i poeti e gli scrittori della raccolta non sono che umili e semplici testimoni. 26 maggio '17

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