di Marco Tabellione

Il raggiungimento del successo e l’avvio di una carriera artistica a tutti i costi è il tema che muove il nuovo romanzo di Alessio Masciulli, scrittore abruzzese giunto ormai alla sua quinta fatica editoriale. “Credi in me” (edizioni Il Viandante, 12,50) questo il titolo dell’opera, con il quale Masciulli segna la sua definitiva maturazione come romanziere. Una lunga requisitoria contro il mondo dell’establishment e della scalata al successo, ecco cosa si intravede tra le righe della storia che Masciulli ha imbastito in questo suo ultimo romanzo. Storia di un ragazzo che cerca nella musica il suo riscatto, il suo mezzo di espressione, ma si trova anche a combattere con il cinismo degli adulti e del mondo manageriale. Masciulli dunque si pone a difesa della creatività e della forza immaginativa primordiale e innocente, contro l’industria culturale e discografica che mira a strumentalizzare il talento. Oltre al giovane musicista, co-protagonista della storia è un uomo che rompe con la moglie e si ritrova a ricominciare daccapo, vittima dell’arrivismo degli altri. E la sua storia si intreccia con quella del ragazzo che sogna il grande successo, prova e riprova con la sua band in vista di concerti memorabili e provini per la buona occasione. Sogno quest’ultimo che sposta l’attenzione del romanzo su quello che è appunto il vero tema della narrazione: e cioè l’aspirazione al successo come chimera che può diventare una vera fissazione. 

Così tutto il romanzo si muove tra due poli, costituito il primo dai sogni puri e innocenti del ragazzo il cui unico desiderio è quello di suonare, e dunque di avere un pubblico per farlo, il secondo retto dall’establishment discografico con le sue leggi spietate e le sue ipocrisie. In mezzo si muove la vita anche del ex manager alle prese con le proprie sconfitte, ma anche con le proprie speranze di rinascita e il desiderio di riscatto nei confronti di un mondo spietato, che tra l’altro lo ha emarginato con l’inganno. Ma il sogno, benché si infranga contro una realtà arida e dura, se resta pur sempre integro, un ideale di speranza e di piena realizzazione. Masciulli dunque assume una posizione inequivocabile riguardo alle utopie e ai sogni generazionali, difendendoli a spada tratta e considerandoli come le molle autentiche dell’esistenza. Un’opera che si allinea alla perfezione con la produzione precedente di Alessio Masciulli e lo conferma come una delle voci più autentiche e positive della narrativa abruzzese. 27 luglio '17

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