Rapina a 'Sarni Oro' a Chieti. Si cercano malviventi pugliesi
Centodieci secondi di terrore. Pistola e mazza in pugno, ieri, in quattro, hanno assaltato il centro commerciale "Centauro", in via Masci, a Chieti e, era l'ora di punta, sono scappati con circa mezzo milione di gioielli. E' caccia serrata alla banda che ha svuotato la rivendita "Sarni Oro", seminando panico tra centinaia di clienti che stavano facendo spese. Uno di loro ha ripreso con lo smartphone i rapinatori in fuga. Indossavano guanti e avevano i visi nascosti da calze, berretti e passamontagna. 

Il colpo alle 19.10, quando il commando è arrivato a bordo di un Suv. Uno è rimasto fuori, a fare da palo, gli altri sono entrati nel megastore. Hanno minacciato la guardia giurata, Maurizio Lacché, di 56 anni. "Mi hanno puntato la pistola in faccia - racconta quest'ultimo - intimandomi di rimanere fermo". Quindi si sono infilati nella gioielleria, dove c'erano tre dipendenti. L’allarme è scattato subito: a polizia e carabinieri sono arrivate una valanga di telefonate. I malviventi, ben organizzati, in una manciata di attimi, hanno spaccato molte teche e riempito di oro e pietre preziose, anche diamanti, un sacco di colore bianco, trascinandolo poi a fatica all’esterno. Quindi si sono dileguati in auto, su una Ford Kuga rubata a Foggia e con targa clonata. La macchina usata è stata trovata, poco dopo, in fiamme, dalle forze dell'ordine e dai vigili del fuoco, nella zona di Villa Obletter: il mezzo è stato divorato dal rogo. La fuga è continuata con un'altra vettura.

Le indagini della Squadra mobile di Chieti puntano sulla malavita pugliese, ma non tralasciano alcuna pista. "Professionisti che hanno agito a colpo sicuro e in maniera quasi scientifica - riferisce il questore di Chieti, Ruggiero Borzacchiello,  sottolineando che - il controllo del territorio c'è". Un'indagine che non si annuncia facile. Borzacchiello punta l'attenzione anche sulla necessità di una collaborazione più efficace da parte dei cittadini, riferendosi in particolare a colui che ha ripreso alcune fasi della rapina pubblicandole sul web immediatamente dopo il colpo: "Non posso vedere filmati mandati in tempo reale sulla rete, prima di tutto è necessario chiamare le forze dell'ordine", dichiara, aggiungendo che "chi ha fatto quelle riprese ha messo a rischio anche la propria incolumità: non sappiamo quale reazione ne poteva scaturire". 
02 ottobre 2018

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