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Si è ammazzato con un colpo di pistola alla tempia destra esploso con una calibro 9 a poca distanza dall'automobile con cui era arrivato alle pendici del monte Morrone. Il generale dei carabinieri forestali in congedo, Guido Conti, trovato morto ieri a Sulmona, si è suicidato. Lo ha confermato l'autopsia eseguita oggi dal medico legale Ildo Polidori. Sono tanti i particolari raccolti dagli investigatori, i carabinieri dell'Aquila, sia sul luogo della tragedia che dalle testimonianze rese da familiari e amici.

Guido Conti, che dal primo novembre aveva cominciato a lavorare in Val d'Agri per la Total E&P Italia da cui si era licenziato mercoledì scorso, stando a quanto appreso, è uscito da casa, in via Battisti, ieri mattina verso le 9.30, dicendo alla moglie che sarebbe rientrato ad ora di pranzo. Salito sulla Smart della figlia, che ha baciato prima di allontanarsi, si è recato ad una tabaccheria in via De Nino, dove ha acquistato tre fogli e buste da lettera ed un francobollo, per poi risalire in macchina e fermarsi in qualche posto dove ha scritto i suoi ultimi messaggi.

Al momento sono state trovate una lettera alla famiglia e una alla sorella Silvia, nella quale, tra l'altro, parla della tragedia di Rigopiano. Dramma che si è consumato, il 18 gennaio scorso, quando lui era in Umbria e dove tra l’altro a coordinare i soccorsi era stata la guardia di finanza. Un sito, quello di Rigopiano, con cui Conti, al tempo comandante forestale a Pescara, aveva avuto a che fare nel 2007 quando venne ampliato l’albergo. Nella missiva indirizzata "Alla mia famiglia" si legge fra l'altro... "Da quando è accaduta la tragedia di Rigopiano la mia vita è cambiata. Quelle vittime mi pesano come un macigno. Perché tra i tanti atti, ci sono anche prescrizioni a mia firma". Conti entra nella questione, specificando: "Non per l'albergo, di cui non so nulla, ma per l'edificazione del centro benessere, dove solo poi appresi non esserci state vittime. Ma ciò non leniva il mio dolore. Pur sapendo e realizzando che il mio scritto era ininfluente ai fini della pratica autorizzativa mi sono sempre postio la domanda: potevo fare di più?".
Manca al momento la terza lettera, affrancata e spedita ad un mittente che per ora è sconosciuto. Poi è risalito in auto, dirigendosi sulla strada verso il Morrone. Una scelta meditata.

Da sempre il generale amava fare lunghe passeggiate lungo la provinciale che da Sulmona sale verso Pacentro, chiusa da due anni e mezzo, in seguito ad una frana del marzo 2015. Percorsi cinque tornanti Conti ha parcheggiato in una piazzola che costeggia la provinciale, è sceso e si è ucciso. Il caso ha voluto che a trovarlo siano stati due forestali, che avevano lavorato con lui a Sulmona, intorno alle 21. Aveva l'arma in pugno; era disteso tra alberi e vegetazione, a pochi metri dalla Smart, con il braccio adagiato sul petto e la testa devastata dal proiettile. Subito la zona è stata circoscritta e sul posto sono intervenuti i carabinieri e il sostituto procuratore di Sulmona, Aura Scarsella. I rilievi sono continuati fino all'alba di questa mattina. La macchina è stata posta sotto sequestro, così come la pistola e le lettere.

L’uomo aveva 58 anni e  una brillante carriera alle spalle. Originario di Sulmona, aveva diretto diversi reparti nel Corpo forestale dello Stato: comandante distrettuale ad Avezzano e Sulmona, capo del Nucleo investigativo dell’Aquila, comandante provinciale a Pescara, comandante regionale dell’Umbria, coordinatore del Parco Velino Sirente, docente e comandante Battaglione Allievi nelle Scuole di Cittaducale e Sabaudia. Conti è stato anche insignito del premio Ambiente e Legalità di Legambiente. Tra le sue inchieste ci sono la discarica dei veleni di Bussi, ‘Mare Monti’, il G8 dell’Aquila, ‘Cabina di regia’, i fiumi alla diossina, i sequestri dei ripetitori delle tv nazionali e regionali, la Thyssenkrupp di Terni, i traffici di rifiuti in Umbria, Iron 1 e Iron 2.

Anche la decisione di oscurare il profilo social, già da ieri, è parso un chiaro segnale premonitore. Proprio sul suo profilo Facebook era tra l'altro pubblicata una missiva, risalente al novembre 2016 e indirizzata all'ex premier Matteo Renzi, in cui il generale difendeva la Forestale contro l'accorpamento nell'Arma dei carabinieri deciso dal Governo. Un intervento contro "lo scioglimento di una istituzione benemerita bisecolare e carica solo di dignità, abnegazione ed efficienza", rispetto al quale - scriveva Conti - "mio padre (pure lui un forestale, ndr) è morto due volte. Ed insieme a lui decine di migliaia di uomini che nella nostra missione, perché tale è lo spirito che ci anima, hanno creduto e credono. E questo non posso permetterlo. Senza battermi fino in fondo".
18 novembre 2017


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