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"Bianco innocenza, un fiore per la giustizia!" è il titolo di un flash mob che si terrà il 19 novembre, alle 10, in piazza Cavour a Roma, in occasione dell'ultimo grado di giudizio del processo alla Commissione Grandi Rischi, in cui verrà decretato definitivamente se la morte delle vittime del terremoto del 6 aprile 2009 a L'Aquila (309 morti) si sarebbe potuta evitare non rassicurando la popolazione!  L'iniziativa è dell'associazione "Ilaria Rambaldi Onlus" di Lanciano. "Dopo sei anni di sofferenza e sgomento da parte dei famigliari delle vittime innocenti, - dice Maria Grazia Piccinini, presidente della Onlus - finalmente, in Cassazione, si arriverà ad un punto fermo. I 7 esperti della Commissione Grandi Rischi sono stati accusati di omicidio e lesioni colpose e condannati in primo grado a 6 anni di reclusione, sentenza poi ribaltata dalla Corte d'Appello de L'Aquila con assoluzione per 6 di loro. Il processo ha assunto una connotazione internazionale in quanto ritenuto erroneamente 'processo alla scienza', dato che alla riunione del 31 marzo 2009, cioè pochi giorni prima del tragico 6 aprile parteciparono le massime autorità scientifiche del settore sismico appartenenti alla Commissione Grandi Rischi che avrebbe potuto evitare la catastrofe semplicemente mettendo in allerta i cittadini che furono, invece, rassicurati. Per tutto questo, abbiamo deciso di scendere in piazza. Un flash mob silenzioso a cui prederanno parte uomini e donne, artisti, associazioni, rappresentati della società civile per dare un segno che l'Italia c'è, che l'Italia non vuole più assistere a tragedie umane causate dalla superficialità dei grandi capi che, al contrario, dovrebbero tutelarci e proteggerci. Un flash mob vestiti di bianco (anche con un semplice mantello o avvolti da un telo) ed un fiore in mano mentre silenziosamente si guarderà la Cassazione di Roma, sperando che lo stesso silenzio che il 6 aprile 2009, causò la morte di centinaia di vittime non segni la conclusione di un processo che non dia giustizia a chi purtroppo ora non c'è più. Partecipare a questa iniziativa è un 'obbligo' morale per onorare le vittime del 6 aprile 2009, perché in fondo siamo tutti potenzialmente vittime di un sistema che non funziona, che non viene punito e che soprattutto va avanti indisturbato". 02 nov. '15

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