"Un risultato importante per la Marsica, per il Fucino e per i tantissimi cittadini preoccupati dall'installazione impattante in un'area a grande valenza sia dal punto di vista ambientale che per le produzioni agricole in atto e che sarebbe stata definitivamente compromessa". Questo il commento del presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, dei consiglieri Lorenzo Berardinetti e Maurizio Di Nicola, ai quali si unisce quello del sottosegretario alla presidenza della Giunta con delega all’Ambiente Mario Mazzocca, che ha proposto nella seduta di ieri della Giunta regionale l'adozione di un atto idoneo a recedere dall'accordo di riconversione produttiva della Powercrop di Avezzano, sottoscritto il 19 settembre 2007, ritenuto dall'esecutivo non più di pubblico interesse.

"Nell'atto di indirizzo (delibazione) adottato il 22 marzo scorso, si ricorda, l'esecutivo regionale disponeva di procedere alla verifica della sussistenza delle condizioni per la recessione dall'accordo. Nell'odierna deliberazione, la Giunta regionale, a conclusione delle debite operazioni di verifica e nella consapevolezza della rilevanza di livello regionale della questione in argomento, ha deliberato la recessione dall'accordo" scrive Mazzocca in una nota.  "Il lavoro certosino condotto in questi ultimi mesi dagli uffici in collaborazione con esperti, istituzioni locali, organizzazioni di categoria, associazioni e comitati - ha detto Mazzocca - ci ha permesso di approfondire tutti i temi della questione, in buona parte evidenziati un mese fa da 16 sindaci del territorio, grazie all’attività svolta dal gruppo di lavoro appositamente istituito, a seguito della citata delibazione del 22.03.2016, dalla direzione generale della Regione Abruzzo per l’espletamento di attività volte alla verifica dello stato di attuazione del citato 'accordo di riconversione produttiva', alla verifica, all’esito del riscontro di cui alla lettera a), del permanere dell’interesse pubblico all’accordo, alla valutazione, laddove si ritenga che l’accordo non sia più di interesse pubblico, della sussistenza delle condizioni in ordine alla definitiva risoluzione del predetto accordo".

"Dalla relazione del gruppo di lavoro, che ringrazio per l’importante e significativa attività di approfondimento svolta - continua il sottosegretario - è chiaramente emerso che i proponenti hanno apportato modifiche al contenuto dell’accordo stipulato in data 19.09.2007 in modo arbitrale e unilaterale; modifiche che, oltre a non rispettare i termini dell’accordo medesimo, impattano su interessi regionali non negoziabili e aventi carattere di assoluta rilevanza, quali lo sviluppo dell’economia agricola del territorio interessato dal progetto e le ricadute in termini sociali ed occupazionali perseguite. Si è dunque ritenuto l’accordo in parola non solo non attuato nelle modalità in esso previste non più aderente alle finalità strategiche previste per il Fucino e per l’intera Regione, ma anche non più praticabile per lo sviluppo dell’economia agricola anche in virtù dei numerosi aspetti disattesi e delle inesistenti ricadute socio-economiche - prosegue ancora la nota - ragion per cui, ritenendo non più sussistente l’interesse pubblico alla prosecuzione dello stesso, in relazione alla inosservanza degli impegni assunti dai proponenti (che costituisce, di fatto, inadempimento ad obblighi vincolanti), l’esecutivo regionale si è espresso favorevolmente in ordine all’esercizio del recesso".

"Per questi motivi e per una serie di considerazioni aggiuntive (il ritiro della firma dall’accordo da parte delle Organizzazioni dei produttori agricoli in data 5 marzo 2009, la decisione del Consiglio regionale d’Abruzzo del 9 aprile 2015, la nota dei sindaci marsicani del 16 marzo scorso i quali, con dettagliate argomentazioni, chiedono alla Regione di prendere atto delle rilevanti inadempienze amministrative e delle significative criticità tecniche del progetto, la Giunta regionale ha oggi deliberato di: condividere e fare propria la valutazione effettuata dal gruppo di lavoro costituito a seguito della delibazione di Giunta regionale del 22.03.2016; di ritenere sussistenti le condizioni per la risoluzione per inadempimento dell’accordo di riconversione produttiva; di recedere dall’accordo ritenendolo decaduto al pari dell’intero progetto integrato; infine, di valutare l’opportunità della sottoscrizione di un rinnovato accordo, conforme a quanto definito dal citato programma nazionale per la ristrutturazione del settore bieticolo-saccarifero, oltre che in grado di valorizzare effettivamente il territorio fucense e abruzzese in risposta alla perdita subita con la chiusura dello zuccherificio di Celano", sottolinea.

"La Regione - conclude Mazzocca - ha mantenuto il proprio impegno nell’interesse esclusivo dei territori e delle comunità locali. Mentre altri (pochi) si dilettavano a dissertare sul significato semantico di alcuni termini o ad urlare un tanto paventato quanto inesistente processo alle intenzioni, noi eravamo da un anno impegnati in un lavoro assiduo, meticoloso ed oggi finalmente produttivo. Alle polemiche noi siamo soliti rispondere con i fatti, comunicandoli correttamente e conseguentemente, consapevoli che sulla base dei fatti saremo poi giudicati dalla comunità abruzzese. Gli allarmistici post sui social, invece, li lasciamo ad altri". 
20 aprile '15

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