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Pizzoferrato (Ch) 18 sett. '14 - Sequestrato, su richiesta della Procura di Lanciano (Ch), l'impianto fotovoltaico denominato "Vigne e Turchi", realizzato anni fa, a Pizzoferrato, in località Piana del Mulino, quando era in carica l'amministrazione comunale guidata da Nicola Tarantini (nella foto). I sigilli, col distacco degli impianti, sono stati apposti questa mattina, su disposizione del giudice delle indagini preliminari del Tribunale, dai carabinieri di Lanciano (Ch) e dalla Forestale di Chieti. Sette gli indagati, tra cui proprio l'ex primo cittadino, accusato di reati ambientali, di aver in pratica fatto costruire in zona vincolata e senza le necessarie autorizzazioni. Nei guai, per falso in atto pubblico, anche un tecnico comunale, sospettato di aver rilasciato permessi "facili", non veritieri. Sott'accusa, inoltre, per reati ambientali ed edilizi, responsabili e collaboratori delle società che hanno eseguito i lavori e curano la gestione della distesa di pannelli. Nelle vicenda sono finiti, non in veste di inquisiti, anche un fratello e una cognata di Tarantini che, tramite incarichi e appalti vari, avrebbero guadagnato - come rileva la Procura - grazie alla realizzazione dell'impianto.


L'inchiesta della magistratura è andata avanti per oltre un anno e sono stati effettuati sopralluoghi e perizie, decisive, che hanno confermato i sospetti iniziali: che quelle strutture fossero spuntate in maniera irregolare, smantellando beni pubblici che non potevano essere distrutti. "Il gip - scrive in una nota il procuratore di Lanciano, Francesco Menditto, che ha avviato e seguito gli accertamenti - dopo avere esaminato la normativa di tutela ambientale  applicabile agli impianti fotovoltaici (come  interpretata  innovativamente dalla Cassazione a seguito di precedenti sequestri adottati su richiesta della Procura di Lanciano), ha ravvisato la violazione delle restrittive disposizioni relative agli impianti di maggiore dimensione, col tentativo di elusione operato attraverso il  formale sdoppiamento dell'unico impianto realizzato". In sostanza - dice Menditto - nelle carte è stato risultare che si tratta di due impianti fotovoltaici, in realtà ne è uno, molto grande: sotterfugio architettato per evitare di sottoporre la struttura a Via (Valutazione di impatto ambientale), perché le procedure sarebbero state più complesse, lunghe e rigide. La Procura "condanna" anche le "disposizioni emanate in materia dalla Regione Abruzzo perché in violazione con la normativa statale e con l'articolo 9 della Costituzione posta a tutela dell'ambiente".  

Nel decreto di sequestro si evidenzia:
- la realizzazione nel 2002-2006, sugli stessi terreni dove è oggi collocato l'impianto fotovoltaico, di  un'area sportiva attrezzata per la valorizzazione del fiume Sangro da parte della Comunità montana di Quadri,  per una spesa di 400.000 euro ( € 320.000,00 della Regione Abruzzo, 20.000 della Comunità montana, 60.000 del Comune di Pizzoferrato);
- lo "smantellamento" delle opere esistenti per consentire la realizzazione dell'impianto fotovoltaico, in violazione di numerose disposizioni;
- le illegittimità e irregolarità della procedura seguita per la realizzazione dell'impianto.
E non è finita. "Nella fase esecutiva del sequestro, - fa presente la Procura -  si è accertato che le società di gestione dell'impianto, pur ricevendo mensilmente, sia gli incentivi sia gli importi per l'energia prodotta dall'ente competente, da tempo hanno interrotto i pagamenti al Comune di Pizzoferrato, risultando debitori di circa 150.000 euro".

La Procura ha disposto  la trasmissione di copia degli atti alla Corte dei Conti "per l'eventuale danno contabile per "la scelta di distruggere" un complesso da poco realizzato con finalità turistiche per sostituirlo con  impianto fotovoltaico, con conseguente dispersione della somma di euro 400.000 spesa nel 2006"; e alla Regione Abruzzo, al ministero dello Sviluppo economico, all'Arta Abruzzo, alla Soprintendenza per i beni archeologici e ambientali, alla Provincia di Chieti, alla Forestale
, per la revoca di concessioni e permessi rilasciati e per ulteriori procedimenti. L'attuale sindaco del Comune di Pizzoferrato, Palmerino Fagnilli, preferisce non commentare la vicenda: "Non abbiamo ancora ricevuto gli atti - afferma -. Confidiamo nell'operato della magistratura".


Serena Giannico

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