L'Aquila, 5 mar. '13 - Il consiglio regionale ha oggi approvato all’unanimità una risoluzione che impegna il presidente della Regione Gianni Chiodi a porre in essere tutte le iniziative “intervenendo presso i ministeri competenti e ricorrendo in via giudiziaria” per bloccare l’insediamento dell’impianto di estrazione petrolifera “Ombrina Mare 2”, che dovrebbe sorgere al largo del litorale di San Vito Chietino.Il presidente, nel corso del Consiglio regionale ha spiegato che: "Il decreto sub procedimentale sulle compatibilita' ambientali e paesaggistiche relative al progetto della Medoilgas Spa e' ancora in fase di bozza e non e' stato firmato dai ministri competenti". Ha poi illustrato il percorso che la Regione intende porre in atto per scongiurare l'intervento, ricordando che "gia' il 7 ottobre 2010 la Commissione Via-Vas aveva espresso parere negativo all'autorizzazione richiesta dalla Medoilgas Spa. Anche su questo intervento, quindi, la Regione fin dall'inizio ha palesato dal punto di vista amministrativo il suo diniego".L'avvio di una nuova procedura impone pero' di ripetere il percorso di diniego. Il Presidente Chiodi ha confermato che "giovedi' mattina ci sara' l'incontro con il ministero dello sviluppo economico e dell'ambiente nel corso del quale la Regione insistera' su tre punti: 1) richiedere un chiarimento formale sull'invio alla Regione della lettera del ministero dell'Ambiente del 7 luglio 2012 che, ribadisce, gli uffici regionale non hanno mai ricevuto; 2) richiedere, altresì, un chiarimento su come sia possibile che una procedura chiusa nel 2010 venga riaperta due anni dopo partendo dal punto in cui si era lasciata, a cui si deve aggiungere la circostanza che la Medoilgas Spa sembra abbia presentato nuova documentazione che la Regione però non conosce perché; mai ricevuta; se ricorrono queste condizioni e' necessario che venga rinnovata la procedura; 3) ribadire il parere negativo della Regione Abruzzo, già espresso, peraltro, in una risoluzione del Consiglio regionale votata il 27 luglio 2010, contro ogni attivita' di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi nelle acque dell'Adriatico". Il presidente ha poi confermato di aver richiesto alla Conferenza delle Regioni di inserire all'ordine del giorno della prossima riunione "la richiesta a Governo e Parlamento di abrogazione dell'art. 35 del decreto legge 83/12 in modo da tornare al decreto legislativo 128/10 voluto dall'allora ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo".

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