Prorogata per altri cinque anni la concessione per la piattaforma petrolifera Rospo Mare, davanti alla costa tra Vasto (Chieti) e Termoli (Campobasso). Il titolo minerario era stato concesso il 9 marzo 1978 per trenta anni, prorogato una prima volta nel 2008 fino al 9 marzo 2018. Ora una nuova proroga di altri cinque anni fino al 9 marzo 2023. La decisione del ministero dello Sviluppo Economico è stata pubblicata nell'ultimo bollettino dell'Unmig di ottobre 2017. Lo fa sapere il Forum Acqua, sottolineando che, "vista la crisi ambientale planetaria per i cambiamenti climatici e considerati i problemi avuti nel passato anche da Rospo Mare, è indifferibile uscire quanto prima dal mondo degli idrocarburi". 

Secondo il Decreto, che non riporta dati oggettivi - scrive il Forum - 'il giacimento in coltivazione Rospo Mare 1 nell'ambito della concessione B.C8.LF, ha una vita residua superiore alla durata del periodo di proroga richiesto'. Inoltre il decreto 'autorizza la prosecuzione del normale esercizio della coltivazione con gli impianti e i pozzi esistenti, senza variazione del programma dei lavori già approvato'. Infine l'area della concessione viene ridotta da 369,62 Kmq a 277,30 Kmq. "Ricordiamo che le tre piattaforme e la nave Fpo di Rospo Mare - aggiungono gli ambientalisti - sono all'interno delle 12 miglia e che Edison aveva chiesto la Valutazione di impatto ambientale per l'autorizzazione per la perforazione di diversi nuovi pozzi. La norma approvata dal Parlamento esclude entro le 12 miglia nuove operazioni di perforazione per tutti i titoli ma un decreto del Mise, assolutamente inaccettabile, sta cercando di bypassare in maniera subdola tale divieto di legge introducendo la possibilità per i concessionari di chiedere la modifica del programma dei lavori. Per ora questa clausola, su cui ci sono diversi ricorsi in atto - concludono - non è scattata per Rospo Mare ma è assolutamente necessario tenere alta la guardia". 04 nov. 2017

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