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"Il giorno 29 marzo 2017 il ministero dell'Ambiente ha dato la compatibilità ambientale ad un nuovo pozzo in Molise. Si chiama Torrente Tona 26 dir ed appartiene alla Adriatica Idrocarburi Spa, una spinoff dell'ENI". A lanciare l'allarme, ancora una volta, è la ricercatrice Maria Rita D'Orsogna.

"Per questo pozzo sono state autorizzate la perforazione e la messa in produzione. Il pozzo fa parte del campo Masseria Verticchio e si trova nel comune di Rotello, in provincia di Campobasso, fra terreni agricoli e stradine di campagna. Non è il primo pozzo ad essere trivellato qui , anzi- continua D'Orsogna - Torrente Tona 26 sarà il 23esimo buco della zona. Molti degli altri pozzi della concessione Masseria Verticchio sono dismessi, altri sono ancora attivi.

Grazie all'Adriatica Idrocarburi - ENI avremo adesso 'adeguamento dell'area pozzo' per le 'facilities' di produzione, l'esecuzione della perforazione direzionata e collegamenti con pozzi già esistenti. Un altro pezzetto di Italia sacrificato al dio petrolio. Tutto questo a 3.5 chilometri dai Siti di interesse comunitario 'Boschi tra fiume Saccione e Torrente Tona' e a 5 chilometri dal torrente Tona. Secondo il nostro ministro dell'ambiente, Gian Luca Galletti, non ci sono interfenze con tali siti protetti, ne sulla flora, vegetazione, habitat e fauna. 

'Tuttapposto' - sbotta D'Orsogna -. Cosa ha da dire la Regione Molise? Offre 'Valutazioni tecniche e prescrizione. Il che vuol dire una sola parola: sì. E infatti, la Adriatica Idrocarburi, cioè l'ENI vestita da agnello marino, ha risposto alle valutazioni della Regione Molise e si è arrivati alle controdeduzioni. Cioè l'Adriatica Idrocarburi ha avuto la prima e l'ultima parola. Democratico vero?

Ma poi, se pure la Regione Molise non ha fatto granché per difendere il proprio territorio, e allora perché volerla questa democrazia? E' vuota se non si sanno difendere i propri diritti, informare la propria gente, pensare per il domani invece che accettare tutto quello che Roma o Mr. Petrolio ci propina. 

E i molisani? Non pervenuti. Si vede che gli piace, o che non gli interessa. E infatti c'è stata UNA osservazione. Una sola. Le prescrizioni in cosa consistono? Come sempre fanno ridere e non sono bene articolate. Ma c'è una frase che mi inquieta. 'Tale piano dovrà tenere conto anche delle indicazioni fornite dalla regione Molise, in particolare per quanto riguarda la concentrazione di possibili radionuclidi associati alla produzione di olio e gas'. Ehh???

Che significa questa frase? - domanda D'Orsogna - Hanno paura che ci possano essere componenti radioattive? E alla gente cosa dicono? E se li trovano, cosa faranno? E la regione Molise aveva questo timore e gli ha detto si con prescrizioni?? Non si sa. Muore tutto qui. Però non esce dalla mia mente lo scandalo di qualche anno fa in cui proprio nei pozzi dismessi del Molise, a Cercemaggiore, trovarono radioattività fuori da ogni grazia a causa dei riversamenti di petrol-monnezza.

Qui dunque, solo una parolina, possibili radionuclidi. Che vuoi che sia. E poi dovranno essere monitorate le falde acquifere, la possibile subsidenza, il rumore, l'inquinamento acustico, e ci dovrà essere monintoraggio sismico ad un raggio di 5-10 chilometri che acquisca scosse di intensità minima 0.5. Potrebbero esserci intereferenze con zone archeologiche. Dovranno esserci misure di mitigazione per i suddetti siti protetti.

Ma... Non avevano detto che non c'erano interferenze con le aree protette tre pagine sopra?  E se non ci sono interferenze, cosa c'è da mitigare? Mistero. Ah. Ci vorrà un esperto ornitologo per monitorare il disturbo al volo degli uccelli. Non scherzo. E mentre trivellano, cosa farà l'ornitologo? Guarderà? Dipingerà? Prenderà nota sul tipo di traiettoria degli uccelli? Metterà su lo spavenatapasseri?

Uno si deve immaginare la scena dell'ornitologo fra le trivelle. 

E ancora: anche se, ovviamente,  non ci sarà alcuna interferenza con l'attività in corso, dovranno esserci dei piani di allarme e di monitoraggio in caso di contaminazioni artificiali di petrolio. Come siamo tranquilli! Siccome potrebbero disturbare il manto stradale, potrebbero esserci indennizzi da concertarsi con la provincia di Campobasso. Dove finirà questo petrolio? Tutto ciò che l'ENI-Adriatica Idrocarburi estrae da Torrente Tona viene mandato al Centro Oli Torrente Tona, sempre nel comune di Rotello, a Campobasso. La centrale è anche nota come 'Centrale Agip. Il gas invece, dopo la desolforazione, resta qui a Rotello e viene mandato alla vicina centrale di Generazione Energia Elettrica Torrente Tona, sempre dell'Adriatica Idrocarburi ma gestito dalla 'Cefla Gest'. E, udite udite, siccome il gas è considerato 'uno scarto' del Centro Oli, lo stesso è considerato fonte rinnovabile perché energia 'recuperabile', e quindi tale impianto gode di incentivi come impianto CIP 6.

E' questo uno scandalo tutto italiano. In principio l'idea era che chi produce energia elettrica da fonti rinnovabili o assimilate ha diritto a rivenderla al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) a un prezzo superiore a quello di mercato - circa un sovrapprezzo del 6-7% -, il quale costo viene interamente pagato dalle bollette dei consumatori. Nella parola 'assimilate' ci finisce un po di tutto, fra cui il gas dell'ENI di Rotello, che paghiamo noi.

Quindi, un'altra trivella nel territorio italiano. Un altro buco. Altro inquinamento. Altri camion.  Altra monnezza in aria e a Taranto, e tramite tutti questi passaggi - dall'Adriatica Idrocarburi, alla Cefla Gest - l'ENI che incassa il suo bel CIP6 - conclude D'Orsogna -, può dire di essere green e corre, ridendo, in banca arricchendosi sui nostri polmoni". 

05 apr.'17

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