Pescara 07 aprile '15 - Nuovi inquietanti risvolti nell'indagine su prostituzione e aborti clandestini a Pescara. Lo scorso 9 febbraio erano scattate le manette per 13 persone, tra italiani e rumeni, che costringevano giovani ragazze ad avere rapporti sessuali non protetti e alcune di loro erano state indotte ad abortire clandestinamente. Oggi viene fuori un nuovo racconto shock di un'altra ragazza, obbligata a gettare il feto nel water.

Due giorni dopo il blitz della Squadra mobile, diretta da Pierfrancesco Muriana, una giovane si è presentata spontaneamente negli uffici della Questura. Lei, una rumena di 22 anni, ha reso una dettagliata testimonianza sulle vicende che l'hanno vista coinvolta e ha anche riferito che a giungo 2014, dopo essere rimasta incinta di uno dei tanti clienti con i quali aveva avuto rapporti sessuali non protetti, uno dei capi dell'organizzazione, Basilica Mihai, di 33 anni, e la sua compagna 26enne, Stefania Florentina Sin, l'hanno costretta con minacce e percosse, ad abortire clandestinamente, anche tramite l'assunzione di una dose massiccia di un farmaco gastro- protettore, il Cytotec. L'aborto è avvenuto nella stanza di un albergo di Pescara, con gravi rischi per la sua incolumità fisica, e i due si sono disfatti del feto gettandolo nel water del bagno. Il sostituto procuratore Paolo Pompa ha quindi indagato la coppia, già arrestata a febbraio, per il reato di procurato aborto, emettendo nei confronti di entrambi un avviso di conclusione indagini che è stato notificato di recente. Gli arresti di febbraio sono stati disposti dal gip Nicola Colantonio. 

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