Pescara 24 febbraio '15 - E' stata rintracciata e arrestata a Treviso una cinese di 52 anni, domiciliata a Venezia. La donna era latitante a seguito di un'operazione della squadra mobile di Pescara finalizzata a smantellare una banda che si occupava dello sfruttamento della prostituzione. 
L'esecuzione della misura cautelare e' avvenuta da parte dalla squadra mobile di Treviso in relazione all'ordinanza del gip di Pescara, Nicola Colantonio, che il 16 febbraio ha portato all'arresto di altre tre persone a Prato, in provincia di Padova e a Mestre, mentre altre tre indagate si sono rese latitanti, tra cui il presunto capo, una donna domiciliata a Venezia. La donna arrestata ieri e rinchiusa in carcere è accusata di aver fatto parte di una ramificata associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina nei confronti di decine di ragazze cinesi non regolari sul territorio italiano. Il gruppo gestiva, stando alla ricostruzione della squadra mobile di Pescara, almeno tre case di prostituzione, di cui due al centro di Pescara e una a Montesilvano, ma è possibile che ce ne fossero altre, a Roma e Brindisi. Le indagini si sono basate su intercettazioni telefoniche, pedinamenti e testimonianze, soprattutto quella di una delle prostitute sfruttate, una 42enne che è stata liberata dalla polizia. 


L'ultima arrestata gestiva, per la polizia, l'aspetto logistico del gruppo e si occupava di stipulare contratti di locazione per gli appartamenti pagando, a volte, i relativi canoni. L'attività delle ragazze, garantita 24 ore su 24, avveniva a prezzi concorrenziali (in genere 30 euro ma si arrivava a 20 euro) ed era gestita attraverso una sorta call center, situato fuori città, che smistava i clienti. Il giro era di circa 90mila euro al mese e una parte del denaro finiva in Cina. Restano da prendere altre due donne.

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