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Trenta anni di carcere per aver ucciso, il 13 aprile 2017, con 70 coltellate, la moglie Letizia Primiterra, pugnalata per 55 volte, e l'amica del cuore di lei, Laura Pezzella. E' la pena inflitta, con rito abbreviato, dal giudice del tribunale di Chieti, Isabella Maria Allieri, a Francesco Marfisi, 51 anni di Ortona. Non sono state riconosciute le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. Il pm Giancarlo Ciani aveva chiesto l'ergastolo. La sentenza è stata emessa oggi dopo un'ora e mezza di camera di Consiglio. L'imputato, che era in aula, è stato condannato anche al risarcimento dei danni in separato giudizio disponendo una serie di provvisionali immediatamente esecutive a favore delle parti civili: in particolare 200.000 euro alla figlia e 150mila al figlio, 100.000 euro al suocero, Iziano Primiterra, che ha seguito tutto il processo e 50.000 euro a favore del fratello della vittima. Centomila euro ciascuno di provvisionale avranno invece il marito e i due figli della Pezzella. "Il giudice ha deciso e ha deciso così, non si può essere soddisfatti, si tratta comunque di un duplice omicidio. E' quello che ho chiesto ed è quello che abbiamo ottenuto", ha detto il difensore di Marfisi, l'avvocato Rocco Giancristoforo. Marfisi dove rispondere anche di tentato omicidio nei confronti della donna che ospitava la moglie in casa e di lesioni personali nei confronti di sua figlia incinta, rimasta ferita al cuoio capelluto mentre il padre sferrava fendenti alla mamma. "Stupore e di amarezza - dice uno dei legali di parte civile, Luca Tirabassi - : riteniamo che Marfisi dovesse meritare l'ergastolo". Un verdetto "che lascia interdetti perché l'ergastolo ci stava tutto", secondo l'avvocato Ilario Cocciola. 06 luglio 2018

Nella foto in basso l'imputato; in alto le vittime
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