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Vasto (Ch) - Sono stati fissati per domani, alle 10.30, nella chiesa di Santa Maria del Sabato a Vasto i funerali di Italo D'Elisa, ucciso, lo scorso primo febbraio, a 21 anni, da Fabio Di Lello, 34 anni. Quest'ultimo lo ha atteso vicino ad un bar e gli ha esploso contro diversi colpi di pistola. Il ragazzo è stramazzato sul marciapiede ed è morto subito, in una pozza di sangue. 

Di Lello, ex calciatore e che svolge l'attività di panettiere, ha freddato colui che riteneva responsabile della morte della moglie, Roberta Smargiassi, deceduta, lo scorso primo luglio, a seguito di un incidente stradale. La donna sul suo scooter Yamaha Sh650 si è scontrata con una Fiat Punto, guidata da D'Elisa, all'incrocio tra corso Mazzini e via Giulio Cesare, a Vasto. Il giovane non si era fermato al rosso. L'impatto è stato talmente violento che la giovane è stata scaraventata contro il semaforo che regola l'incrocio, ricadendo pesantemente sull'asfalto. E' deceduta in ospedale dopo il ricovero. A seguito di questo fatto D'Elisa era sotto inchiesta, accusato di omicidio stradale. Ma, questo, evidentemente, al marito, fuori di sé dal dolore, non è bastato. I tempi della legge non sono i tempi del cuore. Si è armato e si è fatto giustizia da solo. Dopo aver aperto il fuoco è andato sulla tomba della moglie, dove ha depositato la rivoltella. E, qui, nel cimitero, è stato preso dai carabinieri. Ora è rinchiuso in carcere.

Una vicenda di incomprensioni ed odio, che ha distrutto tre famiglie e che ha sconvolto la città. Odio alimentato, in questi mesi, anche sui social. E, nelle ultime ore, la polizia di Vasto, a seguito di numerose segnalazioni, sta provvedendo a rimuovere e a far chiudere diversi gruppi su Facebook che si scagliano contro D'Elisa e che, in maniera oscena, inneggiano e gioiscono per la sua drammatica fine. L'odio che ha lentamente avvelenato la comunità di Vasto continua a scorrere sui social, in gruppi come "Italo D'Elisa - la giusta fine" o "Italo D'Elisa uno di meno" che alimentano veleni. La Procura sta valutando se procedere, "anche se con Facebook le difficoltà sono enormi perché ha i server all'estero e le rogatorie sono complesse", spiega il procuratore capo Giampiero Di Florio.

 "Mio figlio è stato vittima di una incredibile campagna d'odio - afferma Angelo D'Elisa, padre di Italo -. Hanno ucciso un morto dopo averlo emarginato e lasciato solo. Stava malissimo e la notte aveva gli incubi. Si metteva a letto - aggiunge - e dopo due ore si svegliava di soprassalto con quell'immagine negli occhi. La rivedeva tutte le notti quella donna. I medici mi dicevano di aiutarlo perché rischiava di chiudersi definitivamente in se stesso. Nessuno può sapere cosa si prova se non lo si vive. Io avevo fiducia, non pensavo che potesse andare così...".  


03 febbraio 2017

Nella foto in alto la vittima a terra dopo gli spari; in basso i tre protagonisti della drammatica vicenda. A sinistra D'Elisa (giubbotto giallo), al centro Di Lello e a destra Roberta Smargiassi. Cliccare su immagini per ingrandire
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