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Pescara 15 mar. '12 - Un'esistenza costellata dalle tragedie quella del giocatore Piermario Morosini. Il giovane calciatore di Bergamo, dove era nato il 5 luglio del 1986, ha vissuto da ragazzino la morte della mamma Camilla, 11 anni fa; del padre Aldo, due anni dopo, e, più tardi, anche di un fratello disabile. Una vita di dolore e che si è conclusa nel peggiore dei modi.
Una vita senza fortuna e dove  le uniche soddisfazioni, fino a ieri, erano arrivate dalla carriera calcistica. L'adolescenza di Morosini infatti era stata di quelle devastanti, falciata dai lutti. Prima, nel 2001 all'età di 15 anni, la morte della madre per un brutto male. Poi, nel 2003 e a soli 17 anni, la scomparsa del padre anche lui per un infarto e infine il dramma del fratello maggiore che, quando Piermario si trovava a Udine per il primo anno, si tolse la vita nel 2004. Anche sua sorella più grande ha bisogno di continua assistenza. Una famiglia distrutta, a poco a poco. La sua carriera da calciatore era iniziata nel settore giovanili dell'Atalanta con cui aveva perso nel 2004 la finale del Campionato Primavera contro la Roma. Subito dopo, Morosini fu prelevato dall'Udinese in comproprietà. Nei friulani si è diviso tra Primavera e prima squadra, collezionando 5 presenze in A (debutto in una partita contro l'Inter) e anche una in Coppa Uefa. Nella stagione 2006-07 è stato mandato a farsi le ossa in Serie B, col Bologna. L'anno dopo, riscattato dall'Udinese, si è trasferito a Vicenza, dove è rimasto fino al 2009. E con i biancorossi si è guadagnato un posto nell'Under 21, che ha giocato gli Europei in Svezia, prima di proseguire il suo girovagare che lo ha portato a Reggio Calabria, Padova e ancora Vicenza. La scorsa estate il ritorno a Udine, prima del prestito al Livorno fino al prossimo giugno. Ma il cuore, di colpo, lo ha tradito. Probabilmente è stato ucciso da un infarto, anche se le cause sono da chiarire.  

 

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