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“Il Governo sta considerando tutte le possibili forme di rinuncia, riduzione o dilazione, compatibili con i limiti di legge, circa la restituzione delle somme di denaro richieste ai familiari delle vittime, a seguito del processo relativo alle responsabilità della commissione Grandi Rischi”: è approdata a Montecitorio la vicenda della richiesta, da parte dello Stato, di riavere indietro i risarcimenti dati alle famiglie dei morti del sisma del 2009 a L'Aquila. E così, aprendo alla speranza, ha risposto, oggi pomeriggio, nell'aula della Camera la ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, durante il Question time, all'interrogazione del deputato Gianni Melilla, del Movimento Democratico e Progressista. “Non è stata adottata nessuna scelta di carattere discrezionale e ancor meno di ordine politico”, ha aggiunto la ministra.

Nei giorni scorsi, ad alcune delle famiglie che hanno avuto lutti per il terremoto del 6 aprile 2009 e che si sono costituite parte civile nel processo alla commissione Grandi Rischi, sono stati notificati i primi atti di citazione in giudizio da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, che pretende la restituzione delle provvisionali elargite ai parenti delle vittime dopo la sentenza di primo grado, che condannò tutti i membri della commissione. Nei gradi successivi di giudizio, in Appello e in Cassazione, è stata confermata la pena, a due anni di carcere, per Bernardo De Bernardinis, tra gli esperti della commissione, mentre per gli altri c'è stata l'assoluzione. Alla luce di ciò lo Stato ha chiesto indietro le provvisionali erogate, arrivando a trascinare in tribunale i familiari dei morti. Melilla ha presentato subito un'interrogazione parlamentare per avere lumi.


“Speriamo – dice ora Melilla - che la risposta della ministra Finocchiaro, sull'impegno a prendere in considerazione la rinuncia alla restituzione delle somme richieste ai familiari delle vittime del terremoto de L'Aquila, spinga davvero il Governo a ripensare a quello che ha fatto. Mosso da una mentalità burocratica e disumana, chiedendo indietro i soldi del risarcimento, lo Stato ha riaperto una ferita profonda. Vi è in corso una complessa vicenda processuale in sede civile sui risarcimenti, ma il vero problema è che sono trascorsi otto anni e ancora i risarcimenti per le vittime di quel terremoto non sono stati definiti”.
“Non ci sono atti dovuti - continua - dinanzi al dolore di migliaia di familiari che è riesploso in questi giorni e quindi vanno ricercate tutte le vie per sanare questa vicenda. Il Governo torni sui propri passi, con ragionevolezza e umanità. Tutti ricordano - continua il deputato di Mdp - quei sacchi neri forniti dallo Stato dopo il 6 aprile del 2009 e le file di bare nei funerali di Stato alla caserma della Guardia di Finanza de L'Aquila. Lo Stato ha le sue responsabilità e non vengono contemplate solo con la ricostruzione delle case e gli aiuti all'economia. Vi è una responsabilità più generale per non aver svolto attività di prevenzione, di informazione e di messa in sicurezza degli edifici. Per questo chiediamo al Governo di non perseguire su questa strada cieca, insensibile, non condivisibile e arcigna, perché lo Stato deve stare sempre dalla parte delle vittime del terremoto”.

E l'avvocatura dello Stato, per bocca dell'avvocato distrettuale Filippo Patella e di Gianluigi Diodato, in mattinata ha chiarito la propria posizione. “Dal punto di vista umano non discutiamo la vicenda - ha affermato Patella -. Ma dobbiamo agire come tecnici. Tutto quello che stiamo facendo costituisce attività dovuta, non c'è margine di discrezionalità, se non lo facessimo incorreremmo in gravissime responsabilità personali e contabili e saremmo chiamati a rispondere del nostro operato davanti alla Corte dei Conti”.
In questi giorni le notifiche degli atti giudiziari: “Le citazioni vanno notificate, le cause vanno fatte. Possiamo eventualmente accordare comodissime dilazioni di pagamento nel momento in cui questi signori riterranno di restituire. Possiamo concordare piani di rientro comodi, adattati alle situazioni familiari”.
10 maggio 2017

Serena Giannico

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