Le lettere e i messaggini per il Sì al referendum dello scorso 4 dicembre approderanno nell'aule delle udienze del tribunale di Pescara il prossimo 2 novembre, insieme ai loro presunti autori. Lo ha deciso il gip di Pescara, Antonella Di Carlo, che ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dal pm Salvatore Campochiaro. Il presidente della Giunta regionale, Luciano D'Alfonso, e il segretario del Pd Abruzzo, Marco Rapino, sono entrambi imputati per abuso d'ufficio e violazione dei dati personali. Il procedimento nasce da alcuni esposti nei quali si lamentava l'invio al numero privato di cellulare di diversi sms aventi finalità di propaganda elettorale e di telefonate che sarebbero state effettuate per conto del presidente della Regione in cui l'interlocutore, a precisa domanda di identificarsi, non avrebbe voluto rispondere con il proprio nominativo. Il pm Salvatore Campochiaro aveva disposto la richiesta di archiviazione ma, a seguito dell'opposizione motivata di un cittadino, relativa alla carenza delle indagini preliminari svolte dagli inquirenti, il gip ha ritenuto di non poter accogliere tale richiesta fissando l'udienza in camera di consiglio. Un successivo esposto, presentato anche dal Movimento 5 Stelle, verteva sulla lettera per il Sì al referendum, che riportava lo slogan e l'indirizzo web "La Regione dice. La Regione fa" che poi fu oggetto della decisione dell'Agcom nazionale di sanzionare la Regione Abruzzo. Un procedimento - si è appreso - è stato aperto anche dal garante della privacy, attualmente in via di definizione dopo una richiesta effettuata alla Regione Abruzzo di delucidazioni circa il possesso dei dati personali. 
 

"Esprimiamo massima fiducia nella della magistratura, non dubitiamo che gli accertamenti in corso potranno ulteriormente evidenziare la correttezza e la trasparenza dell'operato istituzionale della Regione e del suo presidente, come del resto aveva potuto verificare il pm nell'avanzare richiesta di archiviazione. In questa vicenda vanno evidenziati due aspetti: 1. Non c'è stata alcuna confusione di ruolo tra l'attività istituzionale della Regione e del suo presidente e l'attività di partito, di cui il presidente D'Alfonso è dirigente politico di primo piano e come tale impegnato nel sostenere le sue legittime convinzioni; 2. Siamo certi che il Pd abbia adottato tutte le misure opportune al fine di garantire il rispetto della tutela della privacy dei dati personali dei cittadini, previste dalle norme vigenti", lo scrive in una nota Andrea Catena, consigliere del presidente della Regione Abruzzo. 
21 settembre 2018

Nella foto il depliant "La Regione dice. La Regione fa" arrivato nelle case degli abruzzesi
@RIPRODUZIONE VIETATA

Condividi l'Articolo

Articoli correlati