"Centrale Snam di Sulmona (L'Aquila), estrazione gas lago di Bomba (Chieti), metanodottto Larino-Chieti: l'Abruzzo è esposto ad una eccessiva, inutile e dannosa infrastrutturazione del gas". E' quanto denuncia Legambiente, sottolineando che "occorre un nuovo modello energetico, quello delle rinnovabili, che superi la gestione centralizzata dei grandi monopoli transnazionali e che riporti al centro del dibattito il rispetto ed il ruolo dei territori". Secondo l'associazione ambientalista, l'approvazione da parte del Governo del progetto di realizzazione della centrale a compressione della Snam a Sulmona, come annunciato nei giorni scorsi, è "l'ennesima contraddizione di questo scenario più ampio e è la debolezza di un'azione governativa che da un lato si è impegnata a perseguire radicali scenari di decarbonizzazione e dall'altro resta ancora schiacciata dalla pressione dei privilegi minacciati del mondo delle fossili". 

Legambiente, in tal senso, sottolinea che "uno dei motivi veri degli ultimi aumenti in bolletta è lo 'sconto' alle industrie energivore delle fossili che verrà pagato dagli altri consumatori, comprese le famiglie". "La situazione di Sulmona - evidenziano gli ambientalisti - non troverà soluzione semplicemente con il congelare una scelta o da future mediazioni volte a delocalizzare l'opera. Può essere risolta solo attraverso la rivisitazione di un progetto vecchio di anni, alla luce di un nuovo modello energetico, quello delle rinnovabili". Per il presidente di Legambiente Abruzzo, Giuseppe Di Marco, "le nuove politiche sono un momento strategico per chiedere ai futuri parlamentari abruzzesi di mettere al centro della propria campagna elettorale questa sfida e l'impegno per una Strategia energetica (Sen) non più schiacciata dalle fossili, ma che punti sulle rinnovabili e a ridurre così la troppa attenzione verso il gas". 

03 gennaio 2018

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