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Braccia incrociate, in favore dei diritti al femminile. I Cobas aderiscono e invitano allo sciopero dell'8 marzo - giornata delle donne - portato avanti dal movimento femminile “Nonunadimeno" contro la violenza, la sequela infinita di omicidi e contro gli stereotipi e le discriminazioni di genere.
"Non una di meno" è nato dalla volontà di donne di tutto il mondo, a partire dalle argentine che lo hanno lanciato. Anche in Italia è a mano a mano cresciuto e si è concretizzato come una marea in piazza a Roma alla fine dello scorso anno. 
"Così - spiega una nota dei Cobas - si è arrivati alla grande partecipazione nelle assemblee nazionali di Roma il 26 novembre 2016 e a Bologna nelle assemblee del 4- 5 febbraio 2017 dove si sono tenuti 8 tavoli di discussione: salute produttiva e riproduttiva; lavoro e welfare; percorsi di fuoriuscita dalla violenza e autonomia; educare alle soggettività, alla sessualità, all’affettività; piano giuridico e legislativo per la prevenzione e contrasto alla violenza di genere; femminismi e migrazioni; sessismo nei movimenti; narrazione della violenza attraverso i media.
La discussione nei tavoli ha portato alla stesura di un piano contro la violenza e i punti fondamentali sono i cardini dello sciopero del prossimo 8 marzo".

Essi sono:
- rifiuto dei femminicidi e delle tante forme di violenza sulle donne come fatto emergenziale alla quale si risponde unicamente con organi statali o un inasprimento di pene e che nell’immaginario mediatico viene motivato/giustificato dal “troppo amore” o “dalla debolezza/colpa” della stessa vittima;
- rifiuto di una subalternità di genere che autorizza sfruttamento, differenze salariali, esclusione, definizione di ruoli, sessismo, razzismo, omo e transfobia;
- rifiuto di un welfare sottodimensionato e insufficiente che dobbiamo sostituire con i nostri tempi di vita e il lavoro di cura non pagato;
- rifiuto di una cultura che non sa educare alle soggettività e non sa rispettare le differenze attraverso tutti i livelli di sapere dagli asili nido all’università, regalandoci prese in giro come le “quote rosa” che autorizzano le donne a rappresentarsi dentro una identità maschile annientando la ricchezza che ognuno rappresenta;
- rifiuto di un offerta sanitaria e assistenziale istituzionale, gestita e controllata da piani regionali e aziendali che garantiscono profitto a privati e non salute pubblica e per tutt@; che ignora la scelta di maternità sia nella disumanizzazione delle sale parto e dei reparti per puerpere che nella non attuazione della legge 194 accettando l’ obiezione di coscienza nei servizi territoriali e negli ospedali pubblici.
Otto punti quindi per l’8 marzo. 

"Lo sciopero - ricordano i Cobas - riguarda sia il settore pubblico che privato. Ci saranno manifestazioni in diverse città. E saranno attuate tutte le iniziative necessarie per la sua riuscita". 05 marzo 2017

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