Lanciano. Rapina in villa. Martin interrogato: 'Ho preso parte al colpo, ma ero il palo. Mai entrato in casa'
"Non sono il capo banda e non lo sono mai stato. Loro erano già una banda e mi sono unito a loro per la rapina, perché me l'hanno chiesto. Ma non sono mai entrato in casa; non so cosa sia accaduto lì dentro; non so che hanno fatto alla signora e al marito. Io sono rimasto sempre all'esterno, ho fatto da palo, per tutto il tempo". Così Marius Adrian Martin (nella foto), 34 anni, il sesto arrestato per la rapina del 23 settembre scorso nella villa dei coniugi Martelli a Lanciano (Ch). Il giovane, estradato da qualche giorno in Italia dopo che era stato catturato dalla polizia in Romania il 9 ottobre, è rinchiuso nel carcere romano di Rebibbia ed è stato ascoltato questa mattina dal gip della capitale, Pier Luigi Balestrieri, in tribunale. Presente, naturalmente, il suo difensore, Andrea D'Alessandro, del foro di Lanciano, che spiega: "Martin avrebbe potuto avvalersi della facoltà di non rispondere, ma ha voluto rendere spontanee dichiarazioni". Spiegando che il ruolo che gli è stato finora assegnato, quello di mente ed organizzatore della gang, non è il suo. Ha ammesso di aver preso parte al colpo, ma ha ribadito di non aver messo piede nella casa dei Martelli. 

Perché è andato via, dopo l'accaduto? "Non sono scappato - ha fatto presente Martin -. Quel lunedì mattina io sono partito perché dovevo essere a Brescia, dove c'è la mia fidanzata, per un vaccino. Quindi mi sono allontanato per motivi personali. Poi, in televisione, ho sentito quello che stava succedendo, del taglio dell'orecchio, e mi sono spaventato. Sono andato da mio padre in Romania. Se avessi voluto far perdere le mie tracce, non sarei rientrato in famiglia". 
"Io - ha aggiunto il ragazzo - ho compiuto furti, in passato, questo sì. Ma non sono mai stato protagonista di azioni violente".
16 novembre 2018

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