Mentre il sacerdote dice messa, i ladri, che gli hanno teso un tranello, gli "ripuliscono" l'abitazione. Il furto è stato messo a segno ieri mattina a Lanciano. Vittima don Leo Di Felice, 75 anni, parroco nella cattedrale di Maria Santissima del Ponte fino al novembre scorso, quando è andato in pensione, e precedentemente parroco a San Nicola. Il religioso, l'altro ieri sera, mentre era in casa, ha ricevuto la telefonata di un uomo che gli ha fatto intendere di conoscerlo. “Don Leo – gli ha detto – domattina avrei bisogno di parlarti con una certa urgenza”. E il prete: “Sono in cattedrale, dalle 8.30, per la funzione quotidiana... Puoi venire subito dopo la celebrazione, anche per la confessione...”. “Avrei bisogno di un po' più di tempo, perché devo preparare mia moglie che è sulla carrozzella. Alle 9.20?” “Va bene, ti aspetto”. Il sacerdote, come d'accordo, dopo aver officiato la messa, ha atteso. Fino alle 9.35, ma non si è presentato nessuno. A quel punto è uscito dalla chiesa, ha fatto delle commissioni e si è diretto verso casa, in via Parma. Rientrando, alle 10.10, gli è sembrato strano che la porta d'ingresso dell'appartamento, blindata, a serratura doppia, non fosse più chiusa a due mandate, come l'aveva lasciata. “Ho pensato – racconta il sacerdote - che magari fossero entrati i miei nipoti. All'ingresso – continua – sembrava tutto a posto. La sorpresa l'ho avuta affacciandomi in camera da letto”. La cassaforte, nascosta dietro un quadro, era stata scardinata e aperta con la fiamma ossidrica. Dentro c'era un tesoretto, tra monili di famiglia e denaro. “Orologi antichi, di mio padre e mio nonno – dice dispiaciuto il sacerdote – e poi collanine e altro oro... Preziosi anche perché facenti parte della mia storia, del mio vissuto”. Sul posto sono arrivati i carabinieri che hanno effettuato i rilievi e ricostruito i movimenti dei ladri. 

Che sono penetrati nell'appartamento accanto, vuoto da circa due settimane, in quanto sfitto; che hanno poi scavalcato il separè del balcone contiguo e, dalla finestra, si sono infilati nelle stanze di don Leo. Seminando, tra l'altro, qua e là, impronte, anche di scarpe da tennis. Il bottino è stato di 20-30mila euro. “E quella telefonata – commenta il sacerdote – era solo per tenermi lontano il tempo necessario per mettere a segno il colpo, che è stato accuratamente studiato. Avrebbero potuto rubare nelle settimane scorse, quando ero all'estero, a Berazategui; invece hanno aspettato che si liberasse l'appartamento accanto e dopo il trasloco sono entrati in azione".
31 maggio 2018

Hanno collaborato Alessandro Di Matteo e Andrea Franco Colacioppo
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