GUARDA LE FOTO
Lanciano (Ch) - Alla fine non ce l'ha fatta più e sulla vetrina del proprio esercizio commerciale ha attaccato il cartello "Ho dovuto smontare il gazebo perché mi è scaduta la concessione, non perché non ho pagato". La scritta, con tanto di ricevute, degli ultimi 5 anni, di bollettini Aipa (ex società riscossione tributi a Lanciano) campeggia sulla vetrata del "Caffè del Corso", che si trova sotto i portici comunali, lungo corso Trento e Trieste, a Lanciano. "Da giorni - racconta Fabio Baccile, titolare del bar - molti clienti continuavano a ripetermi che ero moroso e che non avevo effettuato il pagamento della Tosap (Tassa occupazione del suolo pubblico) e che per questo ero stato obbligato a smantellare il gazebo davanti al locale. Invece non è così - sottolinea -. Io ho sempre pagato le tasse che mi spettavano e lo dimostrano i bollettini qui allegati".

In realtà è stato costretto a rimuovere il gazebo perché, lo scorso anno, gli è scaduta la concessione e il Comune, dopo aver rilasciato già qualche proroga, non gliene ha date altre perché nel frattempo era entrato in vigore il nuovo regolamento sui dehors, cioè per "l’uso di strutture mobili, smontabili o facilmente rimovibili (tavolini, sedie, ombrelloni, luci) posti temporaneamente in modo funzionale ed armonico sullo spazio pubblico per il ristoro all’aperto". Regolamento, vigente dal 12 luglio 2016, che impone il rispetto di specifici criteri, anche riguardo, ad esempio, ai materiali e ai colori. Provvedimento che ha obbligato molti commercianti a togliere pedane esterne e gazebo. Alcuni esercenti non erano in regola con il pagamento della Tosap, altri però l'hanno regolarmente versata. Ma per via del nuovo regolamento le concessioni scadute non sono state automaticamente rinnovate. Per riavere la concessione alcuni esercenti sono stati costretti a rimuovere le vecchie strutture - con tanto di spese a carico - e a presentare progetto - altri costi aggiuntivi - e domanda per la realizzarne nuove - il che significa esborso di ulteriori quattrini -. 

"Un regolamento - che porta la firma dell'ex assessore al Commercio, Pino Valente - tuonano gli esercenti, imbestialiti - che ci penalizza. Migliaia di euro siamo stati costretti a spendere, in un periodo di profonda crisi. Ma si rendono conto in Comune dei danni che ci hanno arrecato? Basta nascondersi dietro ai regolamenti! Questo regolamento se c'è, è perché loro l'hanno imposto, e non certo nel momento giusto. E' così che si vuole valorizzare la città e attrarre turisti? Ci si preoccupa, poi, dei gazebo quando la città versa in condizioni disastrose: ad esempio corso Trento e Trieste è un obbrobrio, degradato, orribile, e d'estate, in alcuni punti, si sente pure puzzo di fogna mentre si passeggia...". 

Baccile, proprietario del "Caffè del Corso", fa presente che sono 27 anni che porta avanti questo locale. "Con amore ed impegno", spiega. La sua passione è il gelato: "Ho fatto corsi in tutta Italia e continuo tuttora". Ha già presentato progetto e domanda per ottenere la concessione per riattrezzare il bar di uno spazio chiuso per i tavolini. "Sono andato anche a sollecitare gli uffici municipali - riferisce -, perché questa vicenda mi sta davvero penalizzando. Gli incassi si sono dimezzati". Ma in Comune gli hanno risposto che deve attendere, perché ci sono "incomprensioni" con la Soprintendenza alle Belle Arti. "Devo aspettare quanto? - chiede l'esercente -. E quanto mi costerà, tra spese e introiti mancati, alla fine tutta questa storia?" 08 marzo 2017

Nelle foto, di Andrea Franco Colacioppo, il cartello con i bollettini pagati, affisso dal titolare del Caffè del Corso sulla propria vetrata. Cliccare su immagini per ingrandire
@RIPRODUZIONE VIETATA

Condividi l'Articolo

Articoli correlati