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 Si chiama ‘LaVeNuM’ e significa Lanciano verso la nuova Mobilità. Il movimento, che raggruppa diverse associazioni e singoli cittadini, ha come finalità la "progressiva riduzione del traffico veicolare urbano ed extra-urbano attraverso lo spostamento dall’attuale modello, ormai inadeguato ai tempi, - dicono i promotori - verso forme di mobilità più sane, funzionali, economiche e sostenibili, rispettose delle persone e dei luoghi, quali il trasporto pubblico, quello collettivo e condiviso - per fare un esempio, il car-sharing - , l’uso della bicicletta come mezzo di spostamento quotidiano e la diffusione crescente della pedonalità". Il movimento è stato presentato a Lanciano (Ch) da Camillo Trozzi, Legambiente; Raffaele Angelucci, presidente Fiab; Franco Mastrangelo, presidente LaVeNuM ed Emilia Pantalone, associazione 'Laboratorio sociale Largo Tappia'.

Il movimento nasce dalla voglia di bici che, a Lanciano, ha portato alla realizzazione di una pista su via del Mare, a dire il vero criticata e scarsamente utilizzata, e all’installazione di rastrelliere in diversi punti della città, tra cui una davanti all’ingresso del Cup dell’ospedale. Lanciano ha un traffico di veicolare elevato: se guardiamo i dati Aci/Istat riferiti al 2015, citati in conferenza stampa, si nota che l’indice di motorizzazione in città è pari a 669 automobili ogni 1.000 abitanti. Dato impressionante se pensiamo che il dato medio nazione è di 620 auto ogni mille abitanti, mentre a Roma è di 613 auto ogni mille abitanti. 

 “Siamo aperti al confronto ed al dialogo sia con le istituzioni pubbliche che con l’intera cittadinanza - afferma Franco Mastrangelo, ideatore e promotore di ‘LaVeNuM’ - mettendo a disposizione tutta la nostra esperienza. Non intendiamo obbligare nessuno ad andare a piedi o in bici, ma sono le indiscutibili condizioni generali che ci spingono con sempre maggiore urgenza a percorrere la strada meno impattante della mobilità alternativa sostenibile”. 

Tante le proposte, alcune già fatte in passate campagne elettorali. Tra esse c’è il potenziamento della contestatissima Zona a traffico limitato con progressiva pedonalizzazione attrezzata di arterie dove camminare in sicurezza e dove, ricollegandosi al Corso, fare anche shopping. “In modo - sostiene Mastrangelo - da risollevare anche l’economia locale. Questo grazie anche al coinvolgimento delle centinaia di migliaia di presenze dovute al Miracolo Eucaristico". Presenze che al momento portano scarsi benefici economici alla città, dato che c'è una pessima organizzazione e che il flusso del turismo religioso non viene sfruttato in alcuna maniera. Secondo Mastrangelo  "si potrebbero prevedere percorsi obbligati, ad esempio, da Santa Chiara fino alla chiesa di San Francesco, lungo corso Roma pedonalizzato, e da lì, dopo la visita al Miracolo Eucaristico, attraverso i 100 gradoni raggiungere lo splendore della chiesa di Santa Maria Maggiore, liberata dall’assedio delle auto. Vanno quindi al più presto vietate la circolazione e il parcheggio nella piazzetta della chiesa di Santa Maria Maggiore e nelle vie adiacenti per restituire dignità e una corretta fruibilità ad un vero e proprio patrimonio artistico dell’umanità che va sempre più valorizzato e non svilito”. Una proposta, quest’ultima, che non tiene conto di un aspetto fondamentale, ovvero che le auto parcheggiate appartengono ai residenti che al momento non hanno altri spazi in cui lasciare le proprie auto visto che il parcheggio di Sant’Egidio è stato di abbandono oltre che incompleto. 

Le proposte di LaVeNuM per ridurre le auto in circolazione prevedono anche l'abbattimento delle barriere architettoniche e l’individuazione di parcheggi di scambio dove lasciare la propria auto per poi muoversi con il trasporto pubblico locale: in tal senso ci sono stati già alcuni incontri esplorativi con le due ditte che offrono il servizio pubblico a Lanciano. 

A Lanciano, secondo il neonato movimento, ora c'è la moda della bici e per ciò tra le proposte c’è anche il completamento della pista ciclabile in via del Mare con la messa in sicurezza degli accessi e delle traverse in favore di chi va in bicicletta sul quel tratto, pochi a dire il vero, e il prolungamento della stessa fino al centro città per “dare così effettivo senso al ruolo fondamentale delle piste ciclabili che è quello di unire le varie parti della città al centro ed ai maggiori punti di interesse". Occorre creare - prosegue Mastrangelo - una rete integrata di piste ciclabili in città tra cui anche viale Cappuccini”. Ma Viale Cappuccini, come hanno fatto sapere molti commercianti e cittadini, non vuole una pista ciclabile stile via del Mare e sono state già raccolte oltre 1.500 firme contro un progetto che, al momento, non c’è : “Per la realizzazione della ciclabile in quest’ultima area chiediamo un percorso partecipativo - spiega Mastrangelo - di spiegazione e accoglimento di osservazioni da parte della cittadinanza".

Infine, per quanto riguarda l’ex tracciato ferroviario, LaVeNuM è a favore della realizzazione di una pista ciclabile una volta smantellata la linea e propone anche idee per le scuole, per evitare la congestione del traffico come avviene ogni mattina: “Abbiamo in preparazione già un primo itinerario possibile, dal parcheggio dell’Oasi fino alla scuola media Umberto I, con piedibus che percorrerà quotidianamente lo stesso itinerario andata e ritorno e potrà raccogliere sia i ragazzi che abitano lungo tutto il percorso sia quelli che verranno accompagnati al parcheggio anziché a scuola. Inoltre - conclude Mastrangelo - attività di educazione stradale ed esperienze in bicicletta che possano essere propedeutiche all’utilizzo consapevole ed entusiasta del mezzo già durante l’età scolastica, in sicurezza e nel rispetto delle regole scritte e non scritte, poiché responsabilizzarsi e ottenere una benefica autonomia di movimento ha risvolti potentissimi sul carattere e l’autostima dei nostri ragazzi.” 
15 gennaio ‘18 

Piergiorgio Di Rocco 

Nelle foto: da sinistra, Camillo Trozzi, Legambiente; Raffaele Angelucci, presidente Fiab; Franco Mastrangelo, presidente LaVeNuM e Emilia Pantalone, associazione 'Laboratorio sociale Largo Tappia' e, in basso, il logo dell'associazione

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