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Lanciano (Ch)  - Tornerà in aula alle 15 del prossimo 16 febbraio il processo a carico di don Andrea Luiz Facchini, nato il 28 dicembre '74 a Umuarana (comune del Brasile nello Stato del Paranà), sacerdote, ancora adesso, della diocesi di Lanciano-Ortona. Nell'udienza di oggi, in tribunale a Lanciano (Ch), davanti al giudice monocratico Andrea Belli, sono stati riuniti i due procedimenti in cui è invischiato il prete. Il primo è quello di violenza psicologica, lesioni personali, violenza privata e molestie telefoniche. Stando agli atti della Procura, il sacerdote avrebbe, con "abusi di poteri e violazioni di doveri", plagiato e soggiogato alcuni giovani appartenenti all'associazione "Legio Sacrorum Cordium", della quale era presidente e legale rappresentante e che faceva capo alla parrocchia di Sant'Agostino a Lanciano che lui guidava. Con il suo atteggiamento, con le sue imposizioni avrebbe "manipolato e destabilizzato la psiche dei ragazzi fino al punto da annullare la loro autonomia di percezione e decisionale"; avrebbe "utilizzato" segreti ricevuti nel sacramento della confessione per rendere credibile la versione del contatto diretto con santi e Madonne. Cioè da un lato carpiva le piccole pecche rivelate in confessionale, dall'altra le usava per "ricattare" i giovani fedeli. "Se non fai quello che ti dico, come hanno chiesto gli angeli che ho sognato, il demonio avrà vinto su di te". In alcune occasioni avrebbe costretto le parti lese a subire condotte deleterie per la loro salute mentale. In particolare, durante i riti della Legio, costringeva alcuni a punizioni corporali: strisciare in ginocchio sul pavimento del santuario oppure baciare le mattonelle della chiesa facendo segni di croce con la lingua. Durante un ritiro spirituale - così recita il capo d'accusa - quattro ragazzi (di cui due all'epoca minorenni) sono stati sottoposti "al rito della flagellazione, utilizzando un rosario dai grossi grani, a suo dire necessario per la salvezza delle anime, infliggendo loro tre frustate sulla schiena per ogni anima da salvare". L'imputato aveva la pretesa di controllare anche la vita sentimentale degli iscritti alla Legio e "per indurli a resistere alle tentazioni sessuali li faceva inginocchiare con le mani sotto le ginocchia". Alcuni dei giovani coinvolti nel "progetto Legio" hanno - rileva il pubblico ministero - "subito lesioni personali dalle quali sarebbe scaturita una malattia nella mente con la necessità di dover ricorrere a cure psichiatriche (cure che su diversi giovani continuano ancora)". Tre le patologie indotte risultano disturbi depressivi, attacchi di panico, crisi ansiose, disturbi post-traumatici da stress. 


Ma le accuse per cui il religioso è finito alla sbarra sono anche altre. Nella notte tra il 27 e 28 ottobre del 2011 il religioso si introduceva nel cortile di casa di una famiglia in una contrada di Lanciano e ne ingiuriava i componenti con termini quali "puttana", "spacciatore" e "drogato". Quella notte fu anche picchiato, per questo, e lui, in un primo momento, disse di essere caduto dalla scale. Poi ci sono le molestie telefoniche che hanno interessato un giovane di Lanciano (14 telefonate mute) e una signora (12 telefonate mute) tra il 15 e il 19 ottobre del 2011. Le indagini della Procura di Lanciano sono scattate dopo le confessioni fatte da alcuni adepti della Legio ad Abruzzolive.tv. 


La Curia arcivescovile di Lanciano -Ortona, dopo due anni di sconcertante silenzio nonostante lo scandalo abbia avuto eco a livello nazionale, ora è dentro il processo, costretta da una delle parti civili che l'ha tirata in ballo quale responsabile civile dei comportamenti di don Andrea. "Nell'udienza di oggi - spiega l'avvocato Antonella Troiano, che difende una delle parti civili - la Curia ha chiesto di essere estromessa dal processo, ma il giudice ha rigettato questa istanza". 

3 novembre '15

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