Lanciano, voragine a ridosso del corso. Del Bello: 'Quella e' zona di raccordo delle acque sotterranee...'
"I tecnici se ne occupino in modo serio perché la situazione storica è precisa. Le carte stanno lì… sono disponibili. Il cedimento è evidente. Le caditoie presenti in quel tratto sono strutture antiche, è lì c’è un terreno sul quale, nel tempo, si è costruito, e la regimentazione delle acque va monitorata". E' chiaro e preciso Domenico Maria Del Bello, storico, di Lanciano. Poteva "scapparci il morto" ieri mattina dentro il negozio "Josephine” a Lanciano, in corso Trento e Trieste, di fronte ai portici comunali. Il caso, fortuito, ha voluto che quando verso le 11.30 il terreno del locale è sprofondato, inghiottendo arredi e pavimento, non c’era nessuno. Le commesse erano al piano superiore: un piano che salva una vita, o due. Circa 5 metri di voragine per una profondità fra i 6-7 metri, in pieno centro. Ma nulla accade per caso. E' la storia antica della città che torna a reclamare attenzione... Semplicemente, ci racconta Del Bello, "lì, proprio in quel posto, c’è una zona di raccordo di acque. Ci sono ben tre caditoie che raccolgono acqua piovana. Una giunge dalla piazza Plebiscito; una dalla direzione delle Poste, zona Corso Bandiera; un’altra arriva dalla parte delle Pietrosa. Il canale sfoga nel ponte di Diocleziano. Il punto di voragine è probabilmente, ma lo verificheranno i tecnici, il punto di rottura e di coincidenza fra 2 caditoie e il canale sotterraneo che raccoglie le acque e le smista fuori la città lungo il parco del Diocleziano. E che confluiscono poi in pozzo Bagnaro per defluire verso santa Liberata". Ciò che vediamo attualmente non è assolutamente la città di fine Ottocento, inizio Novecento: "Assolutamente. In sotterranea, la condotta che giunge dalla fonte del Borgo, in prossimità del terminal bus, è stata interrata ed arriva sotto il ponte di Diocleziano. Su questa condotta è stato messo materiale di riporto. La copertura con materiale è stata fatta dal 1879 (progettazione di Sargiacomo) al 1904 (con l’apertura del corso attuale)". Si tratta di uno scenario completamente diverso da quello che siamo abituati a vedere. Infatti, aggiunge lo storico, "il Corso iniziava dall’ex Upim (oggi galleria Diamante) e dal Palazzo degli studi. Il terreno di riporto è stato aggiunto da quelle strutture fino a piazza Plebiscito. E dal 1925 si è costruito su terreno di riporto. Ma fino al 1950 si è riempita la Pietrosa con materiale di riporto". Cosa potrebbe essersi verificato ieri mattina nel locale? "Saranno i tecnici a fare perizie e sondaggi. Non escludo che la voragine si sia formata in seguito a una condotta che si sia rotta, oppure otturata, quindi l’acqua avrà trovato altro “sfogo” trascinando con sé le particelle più piccole fino a scavare un vuoto”. Poi le leggi della fisica e della geologia non danno scampo. E tutto nel giro di un attimo viene giù…". Ci sono pericoli? "Oggettivamente il pericolo non si può escludere. Nel 1925 non si costruiva con le considerazioni attuali. Quindi volendo essere precisi il pericolo oggettivamente è che le fondamenta non tengano… ma è solo un’ipotesi che dovrà essere verificata dai tecnici”. Niente superficialità ci tiene a precisare Del Bello: “A destra e sinistra del negozio potrebbe esserci lo stesso problema. Potenzialmente locali soggetti a voragine”. E cosa rischia la cattedrale della Madonna del Ponte, che adesso sarà monitorata, come spiegano in Comune... "Nulla! Poggia sul ponte e non sul terreno di riporto!". Come intervenire? "Sarà necessario un intervento ispettivo". La superficialità non paga mai. E poi "vanno approfondite le cause che hanno originato la voragine. Valutati i profili causali dell’evento è possibile intervenire. Sarebbe da sprovveduti studiare dei rimedi senza aver approfondito la questione. E' terreno di riporto e soggetto ad assestamenti. Se questi assestamenti sono normali lo dichiareranno i tecnici, se in realtà sono eventi causati da problemi strutturali del terreno bisogna intervenire. Un rilievo globale è il rimedio migliore". Intanto i negozi "Josephine" e "Martellli" sono stati chiusi, e lo resteranno, su disposizione del Comune.
17 agosto 2018

Alessandro Di Matteo

@RIPRODUZIONE VIETATA
totale visualizzazioni: 4114

Condividi l'Articolo